Critiche alla gestione della Serie A: costi e mancanza di risultati nelle nuove sedi estere

L’apertura di sedi estere da parte della Serie A ha sollevato numerose discussioni sugli effetti economici e sulla gestione della lega calcistica italiana. Le recenti dichiarazioni di diverse fonti, inclusi giornalisti e presidenti dei club, hanno messo in luce le criticità legate alla strategia attuale della Serie A, evidenziando come le aspettative di profitto e visibilità non siano state raggiunte.

Il quadro attuale delle sedi estere

Sedi di New York e Abu Dhabi: costi e benefici

Le due sedi aperte a New York e Abu Dhabi hanno comportato spese significative per la Serie A, ma i risultati economici non stanno giustificando tali investimenti. L’ipotesi di espandere ulteriormente la propria portata internazionale, aprendo sedi a Singapore e Riyad, sembra ora in discussione. Secondo alcune fonti, la maggior parte dei presidenti dei club potrebbe avere delle riserve sulla strategia adottata dall’ad De Siervo, contribuendo così a un clima di sfiducia nei suoi confronti.

L’apertura di queste sedi è stata pensata per aumentare la visibilità e attrarre nuovi investimenti, tuttavia, i ritorni economici finora sono stati deludenti. Le speranze iniziali di ampliare il mercato e migliorare la distribuzione dei diritti TV all’estero sono state frustrate dalla realtà competitiva e dalle incertezze del mercato globalizzato. Inoltre, il forte costo delle operazioni potrebbe non trovare corrispondenza nelle entrate generate.

Il futuro delle sedi in Asia e Medio Oriente

La previsione di aprire nuove sedi in Asia e Medio Oriente, regioni strategiche per il calcio mondiale, è ora messa in discussione. Alcuni addetti ai lavori, compresi presidenti e dirigenti, ritenendo che il potenziale economico di queste aree non sia sufficientemente esplorato, sono propensi a posticipare tali aperture. Le incertezze riguardano anche le modalità operative e strategiche delle sedi già esistenti, con la necessità di una revisione critica di tali progetti.

Dissenso tra presidenti e direzione

Fratture interne e sfiducia verso l’ad De Siervo

Le tensioni tra i presidenti dei club di Serie A e la dirigenza dell’organizzazione stanno emergendo chiaramente. Diverse voci sostengono che la maggior parte dei presidenti stia considerando una sfiducia nei confronti dell’attuale amministratore delegato, Roberto De Siervo. Questo clima di incertezza deriva dalla mancanza di risultati tangibili e da una gestione che, a detta di molti, non ha saputo tradurre le aspettative di crescita in risultati concreti.

Ciò che rende la situazione più complicata è la pluralità di opinioni e le diverse visioni sul futuro della Serie A tra i presidenti stessi. Questa frattura interna potrebbe non solo influenzare le prossime decisioni strategiche, ma anche compromettere la stabilità amministrativa necessaria per affrontare sfide sempre più complesse in un panorama calcistico mondiale in continua evoluzione.

Critiche alla comunicazione e gestione dei diritti TV

Un’altra questione fondamentale riguarda la gestione dei diritti TV, in particolare l’iniziativa “Radio Tv Serie A“, lanciata in partnership con RDS. I recenti sviluppi hanno suggerito che i club, che avrebbero dovuto essere solo partner editoriali, stanno intromettendosi in maniera significativa nelle decisioni editoriali, minando così l’integrità e l’autonomia della piattaforma. I presidenti si dichiarano frustrati dalla qualità della copertura mediatica, ritenendola insufficientemente valorizzante per i club e i loro sponsor.

Le lamentele si estendono anche alla linea editoriale di Dazn, che prevede di trasmettere 5 partite su 10 senza commento da parte di inviati sul posto. Questa situazione non è vista di buon occhio dai presidenti, preoccupati di come la visibilità delle squadre possa influenzare il valore dei contratti pubblicitari e, di conseguenza, la salute finanziaria dei club.

Il contratto e il futuro dell’ad

Riflessioni sull’incertezza del contratto di De Siervo

Il contratto dell’amministratore delegato De Siervo, attualmente in essere a un milione di euro, è oggetto di discussione e potrebbe essere a rischio a causa dell’insoddisfazione manifestata dai presidenti e della grave situazione economica della lega. Le recenti dichiarazioni alimentano l’idea che il suo operato non stia generando la fiducia necessaria per un proseguimento sereno della sua collaborazione con la Serie A.

Se la tendenza al dissenso tra le varie componenti della lega non dovesse cambiar direzione, potrebbero esserci ripercussioni significative anche sulla struttura dirigenziale e sul management della Serie A nel suo complesso. Questo scenario ipotetico mette in evidenza la necessità di un riesame strategico e di un approccio più coeso da parte di presidenti e dirigenti, al fine di salvaguardare non solo la stabilità della lega, ma anche il suo futuro sul palcoscenico internazionale.

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Redazione