La tragedia avvenuta nella Vela Celeste di Scampia ha lasciato senza parole la comunità napoletana. Dopo il tragico crollo del 22 luglio scorso, che ha causato la morte di tre persone, il Comune di Napoli ha intrapreso azioni concrete per sostenere i familiari delle vittime. In particolare, due appartamenti confiscati alla criminalità organizzata sono stati resi disponibili come alloggio temporaneo per chi ha perso la casa in questa calamità. Di seguito, i dettagli di questa iniziativa insieme agli eventi legati al crollo e le reazioni della comunità.
Il disastro della Vela Celeste è avvenuto il 22 luglio, quando una parte di un ballatoio è ceduta sotto il peso di diverse persone. L’incidente ha portato immediatamente alla morte di due persone: Roberto Abruzzo, 28 anni, e Margherita Della Ragione, 35 anni. Purtroppo, la tragedia non si è conclusa con queste perdite, poiché la 53enne Patrizia Della Ragione è deceduta il giorno successivo presso l’ospedale “Cardarelli”, dove era stata trasportata con ferite gravissime.
L’incidente ha scosso profondamente la cittadinanza e ha portato a un’operazione di sgombero della Vela Celeste. In seguito al crollo, le autorità hanno implementato un piano di assistenza per gli sfollati, prevedendo un contributo sociale calcolato in base al numero di membri del nucleo familiare e alla presenza di anziani o persone con disabilità. Tuttavia, la somma erogata è stata oggetto di proteste da parte degli sfollati, che hanno occupato la Municipalità di Scampia per esprimere il loro dissenso, ritenendo il supporto economico insufficiente.
In un incontro del 7 agosto, la Giunta Comunale di Napoli ha deciso di mettere a disposizione due appartamenti confiscati alla camorra per accogliere i familiari delle vittime. Le unità abitative si trovano in una palazzina di via Vittorio Emanuele III, a Secondigliano, e fanno parte di un patrimonio immobiliare trasferito dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati al Comune di Napoli. L’immobile, di circa 450 metri quadrati, era precedentemente di proprietà di Domenico Cardone, presunto affiliato al clan Di Lauro di Secondigliano.
Gli appartamenti confiscati sono stati oggetto di un recente intervento di recupero e qualificazione, trasformandoli in spazi accessibili per scopi sociali. Questa iniziativa rappresenta non solo un aiuto immediato per i familiari delle vittime, ma anche un segnale di riconquista degli spazi da parte della comunità, sottraendoli al controllo della criminalità organizzata. La nota del Comune sottolinea che l’assegnazione dei due appartamenti si aggiunge ad altre misure di supporto per le famiglie sfollate, in attesa della realizzazione di nuovi alloggi previsti dal programma ReStart Scampia.
In risposta alla tragedia e alle esigenze emergenti delle famiglie sfollate, il Comune ha implementato un pacchetto di misure di assistenza, che include il contributo per l’autonoma sistemazione. Questa misura andrà a coprire i costi di alloggio temporaneo per le famiglie colpite dal crollo, affinché possano trovare una soluzione abitativa stabile nel più breve tempo possibile. L’Amministrazione, infatti, ha garantito che anche per il prossimo anno continuerà a erogare un sostegno economico, integrando quanto predisposto dal Governo.
Oltre agli aiuti economici e alloggiativi, si auspica che vi sia un supporto psicologico per le famiglie. La comunità di Napoli si sta mobilitando per fornire assistenza e supporto emotivo ai familiari delle vittime, creando spazi di condivisione e solidarietà. In un momento così difficile, è fondamentale che le persone colpite possano contare su una rete di aiuto e conforto, per affrontare il dolore e l’incertezza legati a questa tragedia.
L’iniziativa del Comune di Napoli di utilizzare appartamenti confiscati alla camorra rappresenta un passo significativo non solo per il sostegno alle famiglie, ma anche per la lotta contro la criminalità organizzata, restituendo alla comunità beni che erano stati sottratti alla legalità.