Damien Chazelle, regista e sceneggiatore statunitense, ha condiviso con il pubblico a Bologna la sua intima passione per il cinema, raccontando come fin da bambino ha capito che il suo destino sarebbe stato legato alla settima arte. La sua esperienza bambinesca di ammiratore dei classici Disney lo ha portato a scoprire la magia del grande schermo e a sognare di crearla un giorno.
A soli 13 anni, il trasferimento a Parigi ha rappresentato per Chazelle un’opportunità unica per immergersi nella cultura cinematografica francese. Le numerose sale cinematografiche della capitale francese gli hanno permesso di esplorare film di diversi generi e provenienze, aprendo la sua mente a nuove prospettive artistiche e culturali.
Se inizialmente il suo desiderio era diventare un musicista, l’incontro con il compositore Justin Hurwitz ha segnato una svolta nella sua carriera, portandolo a concentrarsi sulla creazione cinematografica. Da allora, film come “Whiplash” e “La La Land” hanno consacrato Chazelle come uno dei registi più promettenti e talentuosi della sua generazione, conquistando premi prestigiosi come l’Oscar per la miglior regia a soli 32 anni.
Il suo ultimo progetto, “Babylon”, si distingue per essere un lavoro ricco di riferimenti al cinema italiano, in particolare a opere iconiche come “La Dolce Vita” di Federico Fellini. Chazelle ha spiegato che il film è un tributo alla maestria narrativa e visiva degli autori italiani, con Los Angeles che diventa un’interpretazione moderna di Roma, ricca di festività e di scene di folla che richiamano le opere dei grandi registi italiani del passato.
Attraverso le parole di Damien Chazelle emerge una profonda ammirazione per il cinema italiano e per la sua capacità di ispirare e influenzare anche le produzioni cinematografiche americane. La sua dichiarazione sul desiderio di molti americani di “essere italiani” evidenzia il ruolo centrale che l’Italia ha avuto e continua ad avere nel panorama cinematografico internazionale, contribuendo a plasmare storie e visioni che travalicano confini e culture.