Procida, isola del Golfo di Napoli, è diventata un punto di riferimento non solo per il turismo, ma anche per l’arte contemporanea. In questo angolo di bellezza, Daniel Buren, uno dei più celebri e rispettati artisti al mondo, ha trovato una nuova casa e un nuovo inizio. In un’intervista rilasciata ai media, Buren ha condiviso le sue riflessioni riguardo all’isola, alla sua esperienza artistica e al significato profondo che Procida ha acquisito nella sua vita.
Daniel Buren: arte e legame con Procida
Un artista in visita
A 86 anni, Daniel Buren ha scelto Procida come suo rifugio, lontano dai ritmi frenetici delle metropoli che lo hanno caratterizzato per decenni. Caratterizzato da un abbigliamento che rispecchia le sue opere — camicia rossa e gilet nero — Buren è un artista che ha fatto della reinterpretazione dello spazio pubblico il suo marchio di fabbrica. Dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Dino Ambrosino, gli è stata conferita una nuova dimensione di appartenenza a questo luogo magico. “Questo piccolo punto è ora il mio tutto”, ha dichiarato, citando letteralmente la scrittrice Elsa Morante.
Un legame che cresce
Buren ha acquistato una dimora a Procida nel 1999, che lo ha legato definitivamente all’isola. La casa, un antico hotel del XVII secolo, adesso è diventata il suo luogo di creazione e riflessione. L’artista sta attualmente progettando una nuova opera site-specific all’interno di Palazzo d’Avalos, un ex carcere cinquecentesco che ha un significato particolare per lui. “Voglio riattraversare questo luogo,” ha spiegato Buren, sottolineando l’importanza dello spazio nella sua arte.
Le parole di Buren riflettono un profondo rispetto per l’architettura e la cultura dell’isola. “La qualità dell’architettura di Procida, con la sua miscela di abitazioni nobiliari e di case da pescatori, è unica e affascinante”, ha commentato l’artista, evidenziando il contrasto tra le diverse strutture.
L’estetica dell’isola: colori e architettura
Un viaggio attraverso i colori
Procida non è solo un luogo fisico per Buren, ma anche una fonte di ispirazione artistica. La sua percezione dell’isola si riflette nei colori che la caratterizzano. I pastelli delle case e i colori vividi dei limoni influenzano non solo il suo modo di vedere, ma anche il suo lavoro. “Il mio pensiero su Procida è un pensiero cromatico,” ha spiegato, evidenziando come la luce e la natura di questa isola abbelliscano ulteriormente le sue opere.
Architettura e ambiente
La densità architettonica di Procida ha colpito Buren, che ha notato come l’isola riesca a mescolare il sofisticato e il semplice in un modo che rispecchia perfettamente la sua identità mediterranea. “Ciò che trovo molto interessante è il contrasto tra le eleganti architetture dei palazzi e la semplicità delle abitazioni dei pescatori,” ha dichiarato. Le inclinazioni architettoniche delle case e l’interazione con il mare rendono ogni angolo dell’isola unico e significativo.
L’arte come trasformazione: il progetto al Madre
L’installazione al museo
Proprio a Napoli, Buren ha lasciato un’impronta indelebile con la sua installazione al museo d’arte contemporanea Madre. Creando un dialogo tra l’interno e l’esterno, l’artista ha trasformato l’ingresso del museo in un luogo di incontro vivace. “Ho voluto mostrare che non esiste l’oggetto di per sé, ma piuttosto la sua trasformazione attraverso il contesto in cui si trova,” ha detto Buren. Questo approccio, sviluppato nell’arco di cinquant’anni, porta l’osservatore a considerare il cambiamento e le potenzialità insite in ogni spazio.
Progetti futuri
Oltre al lavoro a Palazzo d’Avalos, Buren ha in serbo anche una mostra a Napoli che, pur essendo stata rimandata all’anno prossimo, lo tiene ispirato. Con la Galleria Trisorio che non ha fissato una data, l’artista dimostra il suo desiderio di continuare a esplorare e innovare. “Tengo molto a Napoli,” ha affermato, dimostrando la sua connessione con la città e la sua comunità.
Alla luce di tutto ciò, l’arte di Daniel Buren continua a fiorire a Procida, mentre esplora il mondo che lo circonda con occhi nuovi e curiosi.