La nuova raccolta di racconti “Verdissime” dell’autrice e sceneggiatrice Daniela Gambaro approfondisce i complessi mondi emotivi di ragazze in età infantile e adolescenziale. Dopo il successo ottenuto con la sua precedente opera, che le è valso il Campiello Opera Prima, questa nuova creazione si propone di esplorare l’adolescenza, dal punto di vista delle giovani protagoniste, armate di una saggezza innata che le distingue dagli adulti.
Nel suo libro “Verdissime”, Daniela Gambaro traccia un quadro affascinante e complesso dell’infanzia e dell’adolescenza, presentando fanciulle dotate di una intelligenza intuitiva e di una sensibilità che le rendono molto più ricettive rispetto agli adulti. Queste giovani protagoniste vivono un periodo di formazione che è al contempo un momento di scoperta e di confusione, caratterizzate da un desiderio di esplorazione e da una spinta verso l’ignoto che si cela dietro ogni scelta.
Un elemento chiave nella narrazione è la riflessione sul concetto di “tempo”. In un passaggio significativo, una delle ragazze esprime un sentimento di insoddisfazione, affermando: “Alle nostre madri piace farci perdere tempo.” Qui Gambaro suggerisce che i momenti di apparentemente inutilità rappresentano, in realtà, delle opportunità mancanti di connessione e di esplorazione. La gioventù viene presentata come un periodo cruciale in cui si possono realizzare esperienze uniche e luminose, ma tuttavia vengono inevitabilmente influenzate da dinamiche familiari e sociali.
Ogni racconto offre uno spaccato della complessità interiore di queste giovani vite. Le fanciulle, pur essendo immerse in un universo di possibilità, si confrontano anche con le aspettative degli adulti e il desiderio di trovare una loro identità. Questo dualismo fra libertà e vincolamenti emerge con forza, dando vita a personaggi credibili e sfumati con cui il lettore può facilmente identificarsi.
All’interno di “Verdissime”, accanto a momenti di leggerezza emerge un sentimento di malinconia che avvolge alcuni personaggi. Un esempio emblematico è il racconto di Marta, una giovane ragazza alle prese con il lutto per la perdita della madre. La sua esistenza quotidiana è segnata da un singhiozzo ricorrente, simbolo di uno stato emotivo non risolto. Le interazioni con il padre, descritte da Gambaro con toni toccanti, illustrano come, anche in un’assenza profonda, possano esserci momenti di affetto e vicinanza.
Il campeggio estivo diventa un contesto di introspezione per Marta. Qui si sente sia protetta che vulnerabile; le notti passate in tenda si trasformano in rifugi di riflessione su una vita che continua a portare segni di perdita. La richiesta di colmare questo vuoto diventa così centrale, suggerendo una ricerca di connessioni significative, anche attraverso amicizie con altre donne adulte. La scrittrice esplora il desiderio di riconnessione a una figura materna perduta, facendo emergere il tema del bisogno di supporto in un periodo di crescita complicato.
Ogni personaggio di “Verdissime” esprime una profonda umanità, colpito dalla ricerca di senso in un mondo che può apparire confuso e privo di certezze. La delicatezza della prosa di Gambaro riesce a catturare queste sfumature, invitando il lettore a immergersi in un universo di emozioni autentiche e pressing mute.
Tra i racconti della raccolta, “Scarso a matita” si distingue per la sua capacità di esplorare la fragilità dell’adolescenza e la complessità dei sentimenti che la caratterizzano. In questo racconto, Daniela Gambaro riesce a rendere palpabile il tumulto interiore di una giovane protagonista, il cui vissuto scolastico rappresenta solo apparente normalità. Qui, la vita degli studenti si frammenta in dettagli quotidiani che, sebbene insignificanti, possono scatenare conseguenze inaspettate.
Il racconto non si limita a descrivere un’epoca di transizione; al contrario, induce il lettore a riflettere sul peso delle aspettative e le pressioni sociali cui i giovani sono sottoposti. Gambaro adotta un tono di tenerezza e ironia per descrivere un momento decisivo, dove un atto di ribellione emerge come un’urgenza di affermazione personale. Attraverso questo atto, il personaggio ridefinisce la propria identità e la sua percezione di se stesso, segnando l’inizio di una nuova consapevolezza.
Il racconto offre, quindi, l’occasione di confrontarsi con il tema della scoperta di segreti familiari, come la scoperta di un fratello mai conosciuto, evento che porta inevitabilmente a interrogativi sui legami e sulla propria storia personale. Allo stesso modo, altre protagoniste si confrontano con pressioni esterne e interne, che le spingono a esplorare territori nuovi, inclusi desideri e aspirazioni che possono allontanarle dai percorsi tracciati per loro.
In questo modo, “Scarso a matita” si presenta non solo come un’affermazione di individualità, ma anche come una riflessione su come i piccoli eventi della vita quotidiana possano influenzare profondamente la crescita personale e le relazioni interpersonali.
Questa raccolta si propone di far vivere al lettore l’intensità di una fase di transizione così ricca di emozioni e scoperte. “Verdissime” si configura, dunque, come un’opera significativa non solo per la qualità narrativa, ma anche per la profonda capacità di cogliere l’essenza dell’esperienza giovanile, sfidando le convenzioni e aprendo spazi di riflessione sul percorso verso la maturità.