In base al report 2023 del PNE – Programma Nazionale Esiti, elaborato dall’Agenas, si evidenziano significativi progressi nel settore sanitario italiano, con un’attenzione particolare alla riduzione del divario tra gli ospedali del Sud e quelli del Nord. L’analisi, che ha valutato ben 1.363 strutture sanitarie pubbliche e private, ha messo in luce le performance attraverso 205 indicatori relativi a otto diverse aree cliniche. Questo rilevante studio permette di apprezzare miglioramenti sia nei volumi di pazienti trattati che negli esiti clinici, invitando a una riflessione sulle dinamiche della sanità nazionale.
Un sistema unico: il valore del PNE
Il Programma Nazionale Esiti, descritto dal direttore dell’Agenas, Domenico Mantoan, come un sistema unico al mondo, si fonda su dati che non possono essere contestati. L’analisi approfondita permette non solo di rilevare i risultati delle singole strutture sanitarie, ma anche di evidenziare il comportamento dei professionisti del settore. Dopo il periodo critico dell’emergenza sanitaria, il PNE ha mostrato segni di ripartenza e ha messo in evidenza che si stanno registrando eccellenze anche nelle regioni meridionali, un aspetto che segna un’importante fase di cambiamento per il sistema sanitario italiano.
Nel 2023, il report ha tracciato un panorama che emerge per la sua varietà , con risultati che si discostano significativamente rispetto al passato. Il focus sulla trasparenza e sulla qualità del servizio si riflette in indicatori dettagliati legati all’assistenza individuale, dall’assistenza d’urgenza alla cura post-operatoria. La speranza è che questa tendenza, già in atto, continui a espandersi, portando a un ulteriore miglioramento della qualità dell’assistenza in tutte le regioni.
I progressi della Campania nelle prestazioni cardiovascolari
La Campania si distingue in particolar modo per i progressi nella cura cardiovascolare, un ambito che ha visto miglioramenti sostanziali dal triennio precedente. Secondo i dati riportati, nel 2023 le strutture sanitarie campane hanno raggiunto percentuali superiori rispetto agli anni passati per quanto riguarda la tempestività nell’accesso all’angioplastica coronarica in pazienti con infarto. Ospedali come l’Azienda Ospedaliera S. G. Moscati di Avellino e l’Azienda Ospedaliera A. Cardarelli di Napoli hanno registrato notevoli risultati, trattando oltre il 60% dei pazienti entro 90 minuti dall’evento.
Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, persistono alcune criticità . La mortalità a 30 giorni dopo un intervento di bypass aorto-coronarico è ancora superiore al 4%, una situazione da monitorare attentamente. Fortunatamente, il numero di centri di cardiochirurgia che effettuano più di 200 interventi all’anno sta crescendo, contribuendo a una maggiore qualità del servizio. Strutture come l’ A.O. OO.RR. S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona e la Casa di Cura Montevergine si sono distinte in tal senso.
Ulteriori miglioramenti nel panorama sanitario campano riguardano la degenza post-operatoria per le colecistectomie laparoscopiche, che si è ridotta sotto i tre giorni, e l’efficacia nell’intervento tempestivo per le fratture del collo del femore, con strutture che hanno superato il 75% per effettuare gli interventi entro 48 ore.
Cesarei: la Campania in cima alla lista
Il report del PNE 2023 ha messo in evidenza una persistente disparità nelle pratiche di parto tra le diverse regioni italiane. Nonostante un leggero calo del ricorso al parto cesareo nelle strutture pubbliche, la Campania continua a registrare livelli superiori alla media nazionale. Con una percentuale che supera il 40%, la Campania si attesta come la regione con il maggior numero di cesarei, insieme a Sicilia, Puglia, Lazio e Lombardia. Questo dato riflette una realtà complessa, che richiede interventi specifici per razionalizzare le pratiche obstetriche.
In parallelo, il report ha segnalato un’attenuazione nell’uso dell’episiotomia, scesa dall’11% nel 2023 rispetto al 24% nel 2015, sebbene i valori rimangano più elevati nel Sud Italia. Queste evidenze suggeriscono un’evoluzione nella gestione delle nascite, che merita di essere analizzata per comprendere le dinamiche della salute materno-infantile nelle diverse regioni italiane.