Nel contesto dell’evoluzione delle tecnologie nel calcio, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha sollevato la questione di un nuovo regolamento per il VAR. Questo appello è giunto dopo un episodio controverso che ha coinvolto la sua squadra in una recente partita. L’intento sembra quello di migliorare l’applicazione della tecnologia e garantire maggiore equità durante gli incontri, soprattutto considerando che la discussione si è accesa proprio in seguito a decisioni arbitrali che hanno destato polemiche.
La richiesta di De Laurentiis per un nuovo protocollo VAR si inserisce in un contesto di continui dibattiti sull’uso della tecnologia nel calcio. Recentemente, il Napoli ha subito un episodio sfavorevole durante una partita a San Siro, dove la decisione arbitrale ha sollevato segnali di allerta. È interessante notare come il presidente abbia intenzionalmente evitato di richiamare alla ribalta una questione analoga avvenuta in un match contro l’Empoli, il che testimonia una certa strategia comunicativa.
La questione principale sollevata da De Laurentiis riguarda il modo in cui il VAR dovrebbe essere utilizzato in situazioni dubbie. Indaga se ogni episodio contestato debba essere analizzato dal VAR, aggiungendo che tale approccio porterebbe inevitabilmente a un numero maggiore di interruzioni del gioco. Questo aspetto solleva interrogativi sulla fluidità del gioco stesso e sulla tolleranza di giocatori e arbitri nei confronti delle continue pause e delle revisioni video.
Analizzando storico episodi di VAR, emerge un quadro complesso. De Laurentiis ha citato situazioni passate in cui decisioni simili sono state adottate, come il famoso contatto tra Dumfries e Alex Sandro. Questo richiama l’attenzione su come, nonostante il VAR, il calcio rimanga spesso segnato da controversie legate a contatti che possono sembrare fallosi, ma che sono difficili da giudicare. Proprio per questo, è opportuno riflettere sulla reale efficacia di un sistema di controlli che non ha comunque risolto alla radice le problematiche di correttezza nelle decisioni arbitrali.
Infatti, il recente rigore assegnato alla Lazio, conseguenza di un’infrazione avvenuta tra Zortea e Pellegrini, evidenzia quanto la facoltà di analisi delle immagini non riesca sempre a stabilire chiare linee di demarcazione tra le decisioni corrette e quelle sbagliate. Si tratta di contatti che, per definizione, sono ritenuti fallosi nell’ottica della negligenza, complicando ulteriormente l’interpretazione da parte degli arbitri.
Esplorando le possibili proposte di De Laurentiis, emergono forme alternative di utilizzo del VAR. Una di queste è la possibilità di consentire ai tecnici di richiedere l’intervento del VAR un numero limitato di volte durante il match. Questo potrebbe portare a un maggiore coinvolgimento degli allenatori nelle decisioni, senza però intaccare gravemente il flusso del gioco. Tuttavia, rimane centrale la questione su come l’arbitro centrale percepisca tali richieste; è imprescindibile che il suo giudizio finale non venga visto come un’invasione, ma rimanga sacrosanto.
Tale proposta, sebbene interessante, presenta delle insidie. I dirigenti e i giocatori potrebbero trovarsi in situazioni in cui il loro istinto calcistico è frenato da pause prolungate e dubbi, trasformando il campo di gioco in una sorta di arena di interpretazioni. Dunque, sebbene la presenza del VAR abbia amplificato la possibilità di correttezza nelle decisioni, l’implementazione di nuove regole necessiterà di riflessioni approfondite per evitare che la complessità del gioco venga ulteriormente compromessa.
Con uno scenario in continua evoluzione, il dibattito sul VAR resta aperto, e le proposte di De Laurentiis sono solo un capitolo di una storia che coinvolge non solo il Napoli, ma tutto il mondo del calcio.