Detenuto che ha mangiato un dito a un altro recluso rimane in carcere per mancanza di strutture adatte

Detenuto che ha mangiato un dito a un altro recluso rimane in carcere per mancanza di strutture adatte - Ilvaporetto.com

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La situazione all’interno del carcere di Poggioreale, a Napoli, si fa sempre più preoccupante. Dopo l’aggressione avvenuta a fine agosto, il detenuto, un uomo del Mali, continua a essere recluso senza la possibilità di trasferimento a una struttura psichiatrica, costringendo le autorità preposte a cercare soluzioni inadeguate per gestire i detenuti con gravi problemi mentali. Nonostante le sue condizioni, nessuna struttura psichiatrica ha accettato di accoglierlo.

L’aggressione e le sue conseguenze

Cronaca dell’episodio

Il 28 agosto, un episodio di violenza senza precedenti ha soccorso l’attenzione delle autorità carcerarie. Il detenuto maliano, già con una storia di problematiche psichiatriche, ha aggredito un altro recluso, anch’esso malato. L’aggressione ha avuto inizio con l’uso di detersivo, che è stato spruzzato negli occhi della vittima, precedendo un attacco fisico culminato nel distacco di un dito, che l’aggressore ha successivamente ingerito. La gravità dell’episodio ha spinto il giudice competente a disporre un trasferimento in una struttura psichiatrica, ritenuta la soluzione più idonea per garantire la sicurezza sia dell’aggressore sia degli altri detenuti.

Il rifiuto delle strutture psichiatriche

Nonostante i tentativi delle autorità carcerarie di reperire una sede adeguata, tutte le strutture psichiatriche contattate hanno rifiutato l’accoglienza del detenuto. I sindacalisti Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio dell’Uspp hanno sollevato il problema riguardante la mancanza di strutture appropriate nel territorio metropolitano di Napoli. La situazione ha portato la direzione del carcere ad attivare ulteriori contatti, ma fino ad oggi nessun esito positivo è stato registrato.

Il contesto sanitario e problematiche nel carcere

Carenze nel sistema psichiatrico

Il problema della mancanza di strutture psichiatriche operative è aggravato da carenze strutturali in tutto il sistema sanitario penitenziario. Secondo quanto riportato, le REMS sono insufficienti e i reparti di salute mentale all’interno del carcere non riescono a funzionare adeguatamente a causa della carenza di psichiatri. Questo ha portato a una situazione di emergenza, dove i detenuti con problematiche psichiatriche diventano un onere per gli agenti di polizia penitenziaria, già costretti a operare con organici ridotti.

Impatto sulla polizia penitenziaria

La mancanza di personale medico e la difficoltà nel gestire detenuti con disturbi mentali pesano significativamente sul lavoro degli agenti. A Poggioreale, vi è un deficit di 150 unità, mentre a Sant’Angelo dei Lombardi, gli agenti si ritrovano a dover affrontare turni di lavoro estremamente pesanti. Le richieste dei sindacalisti spingono per una soluzione immediata, chiedendo l’invio di personale specializzato in psichiatria per affrontare questa emergenza sociale.

In sintesi, la complessità della situazione evidenzia un sistema carcerario che arranca nel gestire le problematiche legate ai detenuti con patologie psichiatriche e mette in primo piano la necessità di misure efficaci per risolvere un problema che si ripercuote su gran parte del sistema penitenziario campano.

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