Paolo Signorelli ha deciso di dimettersi dalla sua carica di portavoce del ministro Lollobrigida, motivando la scelta come necessaria per preservare l’onore della sua famiglia e evitare danni all’immagine del governo. In un’intervista rilasciata al Foglio, Signorelli ha dichiarato di non voler apparire come una vittima, ma di ritenere opportuno ritirarsi dall’incarico per il bene comune. Le motivazioni risiedono nelle chat compromettenti con Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, capo degli ultras della Lazio assassinato nel 2019, in cui emergono contenuti antisemiti. Signorelli si dissocia dalla sua precedente condotta, definendola come appartenente a una fase passata della sua vita e sottolineando che non si riconosce più in quelle azioni.
A distanza di alcuni giorni l’autosospensione
Le recenti vicende hanno portato Paolo Signorelli a sospendere temporaneamente la sua attività di portavoce e a riflettere sulla situazione. L’ex calciatore spiega di provenire da una famiglia con una storia controversa, che egli tuttavia non rinnega, essendo il nipote di Paolo Signorelli, esponente dell’estrema destra e fondatore del centro studi Ordine nuovo. Nonostante la sua lunga passione per la squadra di calcio della Lazio, Signorelli precisa di non frequentare più la curva, distanziandosi dagli ambienti che un tempo frequentava per vari motivi. Dopo un incontro con il ministro Lollobrigida, a cui ha comunicato la sua decisione, Paolo Signorelli ha ufficializzato le proprie dimissioni, che sono state accolte dal suo superiore. L’ex portavoce ringrazia il ministro per il supporto alla sua famiglia e per la conferma del rispetto nei suoi confronti, esprimendo gratitudine anche alla leader politica Giorgia Meloni, ad Arianna e a tutti coloro con cui ha avuto il piacere di collaborare.