Se il tuo contratto è terminato e stai per richiedere la disoccupazione, presta attenzione! In certi casi la Naspi potrebbe non spettarti.
Tantissimi di noi avranno provato l’ebbrezza di terminare un lavoro a tempo determinato e vivere un certo periodo di “non lavoro”, chiamato disoccupazione, una sorta di aiuto che permette a molte persone di non ritrovarsi nei guai a livello economico, consentendo così di trovare un altro lavoro.
Infatti, la disoccupazione rappresenta una delle principali sfide socio-economiche del nostro tempo, con i governi che mettono in campo misure di sostegno volte a garantire un reddito minimo a chi perde il lavoro.
In Italia, uno degli strumenti principali per supportare i disoccupati è la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), che fornisce un’indennità mensile a chi ha perso il lavoro.
In genere, è destinata ai lavoratori dipendenti che, in modo involontario e non per propria volontà, hanno perso l’occupazione. È necessario, però, rispettare determinati requisiti, come ad esempio aver versato almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni.
Quando si ha diritto alla NASpI
La NASpI, in genere, spetta ai lavoratori dipendenti che perdono il lavoro in modo involontario, ad esempio a causa di un licenziamento per motivi economici o per giusta causa, ma sempre senza la volontà del lavoratore. Anche i lavoratori licenziati per assenze dovute a malattia, che superano il periodo di comporto, possono accedere all’indennità, così come i lavoratori il cui contratto termina senza essere rinnovato.
È importante notare che, anche in caso di risoluzione consensuale, è possibile accedere alla NASpI, ma solo se l’accordo viene formalizzato tramite una conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro. La misura si applica anche a chi rifiuta una nuova mansione proposta dal datore di lavoro o un trasferimento in un’altra sede aziendale, purché questa sia troppo distante da quella originaria. Anche in queste situazioni, l’accesso alla disoccupazione è garantito, purché la perdita del lavoro sia involontaria.
Chi non ha diritto alla NASpI
Non tutti i lavoratori possono accedere alla NASpI. Sono esclusi, infatti, i liberi professionisti, i collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.), i lavoratori con partita IVA e chi svolge attività con contratti di collaborazione occasionale. Anche alcune categorie come stagisti e tirocinanti non hanno diritto all’indennità, poiché durante il periodo di tirocinio non vengono versati contributi. Inoltre, le dimissioni volontarie, salvo giusta causa, non permettono di accedere alla NASpI.
Chi lascia il lavoro, anche se motivato da una giustificazione comprensibile a livello umano, come situazioni lavorative stressanti o problemi personali, non può fare richiesta di disoccupazione. Tuttavia, è possibile accedere all’indennità se si dimostrano gravi violazioni da parte del datore di lavoro, come il mancato pagamento dello stipendio o molestie sul luogo di lavoro.