In Italia, circa il 40% delle disuguaglianze di reddito è dovuto ai punti di partenza che impattano non solo la famiglia, ma anche il genere, il paese o la regione di residenza e persino il colore della pelle. Questi fattori, tutti ereditati e al di fuori del controllo dell’individuo, pongono l’Italia in una posizione di maggiore impatto rispetto ad altri paesi europei come Francia, Germania e Danimarca.
Il progetto “Global estimates of opportunity and mobility” ha rivelato dati interessanti riguardo alla mobilità intergenerazionale e alle disuguaglianze di opportunità in oltre 70 paesi del mondo. Coordinato dal professor Vito Peragine dell’Università di Bari e dai docenti della London School of Economics, questo progetto ha evidenziato come l’Italia sia tra i Paesi occidentali con la maggiore incidenza di disuguaglianze ereditate.
La Conferenza internazionale “Equality of opportunity and intergenerational mobility. A global perspective” tenutasi a Bari ha rappresentato un momento cruciale per discutere le implicazioni delle disuguaglianze in Italia e nel mondo. Con la partecipazione di istituzioni accademiche di prestigio come New York University, Chicago University, LSE e molte altre, l’evento ha affrontato le ultime ricerche sul tema e le politiche pubbliche necessarie per contrastare questo fenomeno.
Le ultime ricerche hanno evidenziato un drammatico aumento delle disuguaglianze nei paesi sviluppati, inclusa l’Italia. Dai dati del World Inequality Database emerge che negli Stati Uniti e in Italia l’1% più ricco della popolazione ha visto crescere in maniera significativa il proprio reddito, mentre il 50% più povero ha assistito a una diminuzione delle proprie risorse economiche. In particolare, l’Italia si distingue per la marcata presenza di disuguaglianze ereditate, un dato allarmante che richiede interventi mirati da parte delle istituzioni.