Divario di genere negli studi legali campani: avvocate guadagnano il 50% in meno rispetto agli uomini

Nel contesto della professione legale in Italia, emerge un report dell’Associazione italiana avvocati d’impresa che mette in luce le significative disparità di genere all’interno degli studi legali, con particolare riferimento alla CAMPANIA. Nel 2023, le avvocate campane guadagnano in media il 50,9% in meno rispetto ai colleghi maschi, un dato che, sebbene in miglioramento rispetto all’anno precedente, solleva questioni critiche sulla parità economica e professionale nel settore legale.

Il divario retributivo tra avvocati uomini e donne

I numeri allarmanti della disparità salariale

Il divario retributivo è uno degli aspetti più preoccupanti emersi dall’analisi effettuata dall’Associazione italiana avvocati d’impresa, presieduta da Antonello Martinez. Le avvocate campane, nel 2023, hanno registrato guadagni medi di 16.986 euro, rispetto ai 34.583 euro percepiti dai colleghi maschi. Questi dati, sebbene mostrino un’inversione rispetto al 2022, quando il gap era del 52,5%, rivelano comunque una situazione di disparità significativa. A livello nazionale, solo in Calabria e Basilicata le avvocate guadagnano meno rispetto alle loro colleghe campane.

Consapevoli della situazione, molte avvocate stanno cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di garantire una equità salariale e professionale. Nonostante le avvocate rappresentino la terza regione in Italia per numero di professioniste attive , la loro percentuale rispetto agli avvocati uomini è la più bassa, fermandosi al 42,7% del totale.

Le politiche per la parità di genere

Nel report, l’analisi non si limita ai dati salariali. Viene sottolineata la necessità di sviluppare politiche attive per promuovere la parità di genere nel settore legale. È fondamentale che le istituzioni e le associazioni professionali intraprendano azioni concrete per ridurre questa disparità e migliorare la posizione delle donne nella professione. Alcune proposte includono programmi di mentorship e supporto per le giovani avvocate, che possono contribuire a integrare una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli di leadership.

Calo di avvocati attivi in Campania

Dati attuali sul numero di avvocati

Un altro elemento emerso dal report riguarda il numero di avvocati attivi in Campania. Nel 2023 si è registrato un calo del 2,5%, con gli avvocati iscritti alla Cassa Forense scesi da 32.624 nel 2022 a 31.816. Questa diminuzione è stata riscontrata anche a livello nazionale, dove la riduzione è dell’1,8%. Un fattore significativo è quello che riguarda il distretto giudiziario di Napoli, dove la concentrazione di avvocati è maggiore, registrando 27.229 avvocati attivi, rispetto ai soli 6.558 del distretto di Salerno.

La densità di avvocati in Italia

Il report mette in evidenza anche la densità di avvocati in Italia, dove il numero totale è sceso dai 225.513 del 2022 ai 221.523 del 2023. Questo dato conferma la presenza di una densità elevata di legali nel Paese, che si pone tra i più alti d’Europa. La Campania, nonostante il calo degli iscritti, continua a mantenere una densità di 6 avvocati ogni 1.000 abitanti, risultando la seconda regione in Italia per numero di professionisti.

Prospettive economiche per gli avvocati campani

Come il calo influisce sui redditi

Sul fronte economico, i dati rivelano che il calo degli iscritti nel Sud Italia ha portato a un incremento del reddito medio degli avvocati. Nel periodo tra il 2022 e il 2023, la retribuzione media per gli avvocati campani è aumentata del 4,8%, passando da 26.033 euro a 27.929 euro. Tuttavia, questa cifra rimane significativamente inferiore alla media nazionale di 44.654 euro, evidenziando una disparità che persiste nel contesto professionale.

Le sfide della professione legale

L’analisi suggerisce che la professione legale in Italia sta affrontando sfide importanti, con un mercato saturo e una distribuzione non uniforme delle opportunità. I grandi studi legali d’affari si concentrano soprattutto nelle stesse aree, lasciando poco spazio per i professionisti che operano in contesti più complessi e meno compensati. Inoltre, il percorso formativo per accedere alla professione legale in Italia è tra i più lunghi e rigorosi d’Europa.

La necessità di cambiamenti strutturali

Come evidenziato da Antonello Martinez, le attuali dinamiche di mercato richiedono un ripensamento strutturale della professione legale in Italia. È fondamentale avviare un dialogo sia tra le istituzioni che con gli stakeholders del settore giuridico per promuovere cambiamenti che possano migliorare le condizioni di lavoro e ridurre le disparità esistenti. Se non si interviene per affrontare questi problemi, il rischio è che le professioniste e i professionisti legali, così come la qualità del servizio fornito, continuino a subire gli effetti negativi di tali disuguaglianze.

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Redazione