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Il prefetto di Torino ha emesso un decreto che interdice la trasferta ai tifosi del Napoli per il prossimo match contro la Juventus, previsto all’Allianz Stadium. Questa decisione è frutto di preoccupazioni legate alla sicurezza e viene accompagnata da misure che riguardano anche i biglietti precedentemente venduti.
Nella recente ordinanza del prefetto di Torino, il divieto colpisce i tifosi del Napoli residenti nella provincia di Napoli, costringendo i sostenitori della squadra a rinunciare a partecipare alla partita anche se in possesso della fidelity card SSC Napoli. Questa restrizione è in vigore fino al 21 settembre 2024 e non si applica ai possessori di fidelity card Juventus, qui intesa come misura di protezione necessaria per garantire la sicurezza all’interno dello stadio.
Il prefetto ha chiarito che le ragioni dietro a questa decisione sono da ricercare nei disordini verificatisi in altre occasioni, come evidenziato dalla presenza di una rivalità storica tra i tifosi delle due squadre. Gli incidenti che hanno caratterizzato il match Cagliari-Napoli, in particolare, sono stati considerati un fattore determinante nel prendere questa misura.
Oltre al divieto di accesso, l’ordinanza prevede l’annullamento dei biglietti già venduti ai residenti nella provincia di Napoli. Ciò implica non solo la mancanza di accesso al match, ma anche il ripristino dei tagliandi, creando disagio fra coloro che avevano già programmato la loro partecipazione. La misura ha suscitato preoccupazioni tra i tifosi azzurri, che si vedono privati non solo del diritto di assistere alla partita, ma anche delle opzioni di rivendita del biglietto, il che significa che i tagliandi diventano di fatto inutilizzabili.
Questo approccio, sebbene giustificato da motivi di sicurezza pubblica, ha sollevato interrogativi sull’equità delle misure adottate, in quanto i tifosi di altre squadre che non rientrano nelle disposizioni del prefetto non saranno soggetti a limitazioni simili.
Il match tra Juventus e Napoli è da sempre carico di tensione e rivalità. Sin dagli albori del campionato di Serie A, le due tifoserie si sono contraddistinte per passioni forti e, talvolta, per episodi di violenza. La rivalità è alimentata da una storia culturale e calcistica profonda, che ha visto entrambe le squadre contendersi titoli e trofei nel corso degli anni.
Le animosità possono essere radicate in fattori socio-culturali, oltre che sportivi. Napoli e Torino, due città con identità fortemente diverse, si trovano spesso in una competizione che trascende il semplice risultato sportivo. Risultati di partite passate, liti tra tifosi e anche aspetti socio-economici possono aver contribuito a creare questo clima teso, che si riflette sia sugli spalti che nelle città stesse.
La decisione del prefetto di Torino di limitare l’accesso ai tifosi partenopei non è un caso isolato, ma fa parte di una strategia più ampia di gestione della sicurezza durante i match ad alta tensione. Le istituzioni calcistiche, in collaborazione con le autorità locali, sono costantemente coinvolte nel monitoraggio della situazione al fine di prevenire episodi di violenza e disturbare l’ordine pubblico.
Misure come queste, sebbene possano risultare impopolari tra i tifosi, mirano a garantire che eventi sportivi di grandi dimensioni possano svolgersi in un ambiente più sicuro. Tuttavia, il dibattito su come bilanciare il diritto dei tifosi di assistere alle partite e la necessità di mantenere la sicurezza pubblica è lontano dall’essere concluso. La situazione rimane sin dall’anima del tifo e del calcio italiano, chiude un cerchio di sfide che può protrarsi nel tempo.