La storia di Don Curry, ex pugile professionista e campione del mondo, mette in luce un problema serio e spesso trascurato: l’encefalopatia traumatica. A più di quarant’anni dalla gloria sul ring, Curry si confronta con le conseguenze devastanti di una carriera piena di colpi. Suo figlio, Donovan, ha recentemente chiesto aiuto per cercare una struttura che possa supportare la salute del padre, segnando un appello che non può passare inosservato.
Solo una settimana fa, il figlio di Don Curry ha lanciato un accorato appello via social media, avvalorando la necessità di trovare assistenza per il genitore. Donovan ha rivelato che suo padre, a 63 anni, combatte una battaglia contro un avversario invisibile e insidioso: la sindrome da encefalopatia traumatica, un disturbo neurologico che colpisce molti pugili dopo la fine della loro carriera. “Mi sto rivolgendo alla comunità pugilistica per chiedere aiuto nella ricerca di una struttura sanitaria a lungo termine per mio padre,” ha scritto, evidenziando le difficoltà quotidiane del genitore legate a problemi di memoria e comportamento.
Curry ha sottolineato che la situazione non è recente, poiché già nel 2021 il figlio aveva lanciato un appello simile, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo all’importanza del supporto per i pugili in pensione. “Aiutatemi a diffondere la consapevolezza su questo problema,” aveva affermato Donovan, mettendo in luce la mancanza di risorse adeguate per i ex atleti. La sua battaglia per la dignità di suo padre è un richiamo urgente, non solo per aiutare Don, ma per affrontare un tema che tocca moltissimi sportivi.
Don Curry è stato un nome illustre nel mondo del pugilato, noto come uno dei migliori pesi welter di sempre. Conosciuto per la sua abilità sul ring e soprannominato “Lone Star Cobra”, è stato il porto sicuro di numerosi match memorabili, tra cui celebri vittorie contro avversari come Marlon Starling e Milton McCrory. Ma, come tanti campioni, la sua carriera ha avuto un prezzo elevato. I guadagni ingenti, oltre cinque milioni di dollari, non sono bastati a garantire un futuro sereno, specialmente quando il richiamo del ring e la necessità di denaro lo hanno portato a ritornare sul campo di battaglia in età avanzata.
Le conseguenze di questi ultimi incontri sfidanti si sono rivelate devastanti per la sua salute. Match contro pugili come Michael Nunn e Terry Norris hanno segnato il suo declino, portando a colpi severi e a una salute compromessa. L’ultimo incontro, affrontato nonostante una pancreatite acuta, è stato colmo di rischi, avviando una discesa inesorabile verso un destino segnato da sofferenza.
L’encefalopatia traumatica, nota anche come CTE , è una condizione che sta guadagnando attenzione nel mondo dello sport, soprattutto tra i pugili. Questa sindrome è causata da colpi ripetuti alla testa, portando a danni cerebrali che si manifestano in problemi cognitivi e comportamentali. L’epidemiologia della CTE mostra come molti atleti, dopo aver terminato la loro carriera, si ritrovano a dover affrontare gravi ripercussioni sulla loro vita quotidiana.
Nonostante i progressi nella comprensione di questa malattia, molte strutture e risorse sono ancora inadeguate. La richiesta di Donovan Curry di una struttura gratuita evidenzia ulteriormente le lacune nell’assistenza sanitaria per atleti affetti da patologie simili. La società sportiva e la comunità pugilistica sono chiamate a sensibilizzare e mobilitarsi per fornire supporto ai loro membri, affinché ex campioni come Don Curry possano ricevere le cure necessarie senza ostacoli economici.
La storia di Don Curry è un monito, un appello a proteggere la salute degli atleti, anche dopo ritiri ufficiali. La lotta del campione continua, e con essa, la speranza di molti ex pugili che si trovano in circostanze simili, desiderosi di una seconda opportunità.