Dramma a Chiaia: scoppia un colpo mortale dopo il ritrovamento di una pistola

Un tragico avvenimento ha scosso la comunità di Chiaia, dove un giovane ha perso la vita a seguito di un colpo di arma da fuoco, partito accidentalmente da una pistola trovata per strada. Renato Caiafa, 19 anni, ha confermato la sua versione dei fatti durante l’interrogatorio di convalida del fermo, sostenendo che il proiettile è partito mentre stava maneggiando l’arma. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla responsabilità legata all’uso di armi da fuoco, mentre la difesa del giovane si prepara a chiedere la scarcerazione.

Il racconto di Renato caiafa: una serata che si trasforma in tragedia

Nel corso del suo interrogatorio, Renato Caiafa ha descritto i momenti antecedenti al drammatico episodio. In compagnia di Arcangelo Correra e di un altro amico, Renato aveva trascorso la serata nei baretti di Chiaia. Erano circa le 4:30 del mattino quando, nel rientrare a casa, si sono imbattuti in una pistola lasciata su una ruota di un’automobile in piazzetta Sedil Capuano. Secondo quanto riferito dal giovane, è stata impugnando l’arma che è partito un colpo accidentale, colpendo Arcangelo.

Caiafa ha dichiarato che il colpo di pistola non ha subito ucciso l’amico. Una volta resosi conto della gravità della situazione e della fuoriuscita di sangue, ha attivato il suo istinto di soccorso, decidendo di portare Arcangelo in ospedale a bordo di uno scooter. Questa testimonianza evidenzia non solo l’angoscia ma anche il legame profondo tra i due ragazzi, con Arcangelo che, prima di perdere conoscenza, ha implorato Renato di non lasciarlo.

L’avvocato Giuseppe De Gregorio ha sottolineato l’importanza di comprendere il contesto emotivo del giovane, chiarendo che Caiafa non si oppone a una valutazione della propria responsabilità, ma si attende che venga attestato come l’accaduto sia frutto di un evento accidentale e non di un atto volontario.

Le conseguenze legali e la detenzione di un giovane in crisi

A seguito della drammatica vicenda, Renato Caiafa è stato fermato, accusato di possesso illegale di arma e ricettazione. Sebbene l’omicidio colposo sia una delle accuse formulate nei suoi confronti, al momento è indagato e non ancora incriminato formalmente in tal senso. L’atteggiamento del giovane durante il processo, come spiegato dall’avvocato, è quello di un ragazzo profondamente scosso da quanto accaduto e consapevole della serietà della situazione.

La detenzione rappresenta per Renato la sua prima esperienza in carcere, in un momento in cui affronta non solo le conseguenze legali ma anche il dolore personale per la perdita di un amico, con cui aveva stretto una relazione affettiva molto intensa, simile a quella tra fratelli. Il legale del ragazzo ha richiesto la scarcerazione, auspicando che il giudice possa tenere account della condizione emotiva e psicologica del suo assistito.

La madre di Renato ha espresso le proprie preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei propri figli, suggerendo che l’istituzione statale debba intervenire per garantire un ambiente più sicuro, esortando a disarmare i giovani. La richiesta di scarcerazione di Caiafa è ora al vaglio del giudice, che dovrà tenere in considerazione tutti gli elementi del caso nella sua decisione finale.

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Valerio Bottini