L’Amministrazione comunale di Eboli ha proceduto alla revoca e alla riemissione di un bando per educatori di nido, in seguito a una diffida trasmessa dall’Associazione pedagogisti ed educatori italiani , che ha messo in evidenza la non conformità del documento con la normativa vigente. Questa situazione ha portato a una revisione dei requisiti di accesso, ampliando le opportunità per i laureati nel settore educativo.
Il lunedì prima della revoca del bando, l’Apei ha reso noto di aver trasmesso una diffida al Comune di Eboli, in cui venivano contestati i requisiti di accesso per il concorso rivolto agli educatori di nido. A firmare la comunicazione è stato il presidente regionale dell’Associazione, Gianvincenzo Nicodemo. La contestazione fa specifico riferimento all’inserimento di lauree non conformi nel bando, come quelle in psicologia e sociologia, requisiti che, secondo la normativa in vigore, non sono previsti per l’accesso a tale concorso.
Il bando controverso aveva suscitato preoccupazione tra i professionisti del settore, poiché l’inclusione di titoli non appropriati rischiava di escludere quelli realmente qualificati per il ruolo. La diffida dell’Apei ha quindi avuto un impatto immediato, mettendo in evidenza la necessità di un riesame della situazione da parte dell’Amministrazione comunale.
Mercoledì 27 agosto, il Comune di Eboli ha quindi deciso di rimediare alla situazione emettendo un nuovo bando per l’assunzione a tempo pieno e determinato di sette educatori di nido. Questa tempestività suggerisce una volontà di garantirne la legittimità dei processi di selezione e di mantenere alta la qualità dei servizi educativi offerti al territorio.
Il nuovo bando, che ha sostituito quello contestato, ha revisionato i requisiti di accesso, permettendo la partecipazione a laureati in scienze dell’educazione L19 con un indirizzo specifico in infanzia e a laureati in scienze della formazione primaria che abbiano completato un corso di specializzazione di 60 crediti formativi universitari.
Inoltre, possono partecipare al concorso anche laureati in scienze dell’educazione o scienze della formazione primaria privi di indirizzo specifico o anno di specializzazione, a condizione che si siano laureati entro il 15 giugno 2020. Ulteriori chiarimenti prevedono che anche coloro in possesso di titoli conformi alle normative regionali, conseguite entro il 31 maggio 2017, siano ammessi, purché rispettino i termini stabiliti.
Oltre ai requisiti più inclusivi, l’Amministrazione ha prorogato al 9 settembre la scadenza per la presentazione delle domande, offrendo così ai candidati una maggiore flessibilità nella preparazione della documentazione necessaria per partecipare al concorso.
L’Apei ha accolto con favore la decisione dell’Amministrazione di riequilibrare il bando, manifestando gratitudine per il rapido intervento che ha evitato il ricorso al Tar. Gianvincenzo Nicodemo ha espresso il suo soddisfacimento con parole di apprezzamento, evidenziando come la situazione si sia risolta senza il bisogno di ulteriori contestazioni legali.
L’associazione ha ribadito il suo ruolo attivo nella tutela e promozione della professione educativa, sottolineando l’importanza di garantire che i criteri di selezione siano sempre in linea con le normative vigenti, al fine di assicurare una preparazione adeguata e realmente utile a chi si occupa della formazione dei più piccoli. L’auspicio è che questa esperienza possa portare a un’ulteriore attenzione alle procedure di accesso nei bandi futuri, per migliorare continuamente il settore educativo del territorio.