Elezioni FISE: il futuro del mondo equestre in bilico tra irregolarità e necessità di riforme

Le imminenti elezioni della Federazione Italiana Sport Equestri , fissate per il 9 settembre, si ripresentano sotto un’onda di polemiche e richieste di cambiamenti fondamentali. I candidati alla presidenza, Duccio Bartalucci e Clara Campese, sollevano questioni critiche sulla gestione attuale e chiedono trasparenza e riforme significative nel sistema. La questione del voto a distanza e delle deleghe è centrale nella loro proposta di rinnovamento, sottolineando l’importanza di un cambiamento tangibile.

Richiesta di voto a distanza e deleghe negate

Il contesto di una decisione controversa

In vista delle prossime elezioni, Bartalucci e Campese hanno esposto il loro disappunto riguardo alla scelta della FISE di non adottare il voto a distanza. Questa modalità, suggerita dai candidati, era vista come un’opportunità per garantire una maggiore inclusione nella partecipazione elettorale. “Abbiamo chiesto il voto a distanza, ma la FISE ha ritenuto di non volerla adottare”, afferma Bartalucci, evidenziando una mancanza di apertura della federazione nei confronti di pratiche che potrebbero rendere il processo elettorale più fluido e accessibile. Inoltre, la loro richiesta di un sistema di delega è stata respinta, alimentando timori riguardo alla trasparenza e all’equità delle elezioni.

Irregolarità e richieste di commissariamento

La situazione ha spinto i candidati a richiedere l’annullamento dell’assemblea nella modalità attualmente programmata, sostenendo che ci sono elementi di “non correttezza” nelle procedure adottate. “Chiederemo un commissariamento”, afferma Campese, sottolineando come sia un dovere per loro procedere in tal modo per preservare l’integrità delle elezioni e del sistema. Questo appello, se accolto, potrebbe portare a un cambiamento radicale nell’approccio gestionale della FISE e garantire una rappresentanza più equa per tutti gli associati.

Il bisogno di riforme nel sistema delle deleghe

La prospettiva di un rinnovamento necessario

Entrambi i candidati suonano l’allarme su come la gestione attuale abbia danneggiato il potenziale del movimento equestre in Italia. Bartalucci e Campese vedono nel rinnovamento del sistema delle deleghe una necessità vitale per ristabilire la fiducia nei processi decisionali all’interno della federazione. L’attuale modalità, che consente solo una ristretta cerchia di partecipanti a influenzare le decisioni cruciali, non è più sostenibile in un contesto sportivo in evoluzione che richiede maggiore competenza e capacità tecnico-professionali.

Sport e professionalità al centro delle scelte

Entrambi i candidati si sono mostrati espliciti riguardo alla loro visione di un futuro dove lo sport e le professionalità siano i protagonisti. “L’assegnazione dei ruoli non deve essere una compravendita”, ha affermato Campese, sottolineando la necessità di un approccio meritocratico. Le professionalità tecniche dovrebbero essere rappresentate da coloro che possiedono davvero le competenze, piuttosto che da chi ha maggior carisma o influenza. Questo cambio di paradigma potrebbe non solo migliorare la qualità della preparazione, ma anche portare a una rinascita delle discipline equestri.

L’assenza di risultati sportivi e le future sfide

Un panorama poco incoraggiante

Secondo i due candidati, la FISE sta vivendo un periodo di crisi in termini di risultati sportivi. “C’è una mancanza di risultati, salvo qualche spot o qualche disciplina particolare”, sottolinea Campese, evidenziando come da anni l’Italia stia arrancando a livello internazionale. Questa assenza di successo rende ancor più urgente la necessità di riforme e di un’adeguata gestione delle risorse umane, affinché il mondo equestre italiano possa tornare a competere ai massimi livelli.

Un’unità nel cambiamento

Bartalucci esprime anche un senso di unità tra i due candidati in caso di una possibile uscita da parte di uno dei due. “Se uno di noi dovesse uscire, appoggerò la candidatura dell’altro”, afferma, indicando una volontà di collaborazione nell’interesse del benessere del settore. L’obiettivo comune è chiaro: riportare lo sport equestre italiano ai vertici. Questo spirito di cooperazione tra i candidati rappresenta un fondamentale passo verso la rigenerazione di un sistema che ha bisogno di una rinnovata energia e visione.

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Redazione