La scena cinematografica italiana sta vivendo un momento di grande fermento, con talenti come Emanuela Fanelli che emergono grazie a interpretazioni straordinarie. A recente affermazione con il David di Donatello come miglior attrice non protagonista per il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, Fanelli ha colto l’opportunità per riflettere sulla sua carriera e sulla sua vita. Intervistata da Vanity Fair, ha estratto temi personali e professionali che la pongono al centro di una narrazione più ampia riguardo al mondo del cinema e alla condizione femminile.
Emanuela Fanelli racconta che la sua carriera artistica è il risultato di un percorso lungo e articolato. Notevolmente influenzata dalla sua giovinezza, ha affermato che i suoi genitori hanno contribuito a infonderle un senso di allegria e apertura verso il mondo. Nonostante le numerose difficoltà che ha affrontato, come il dover abbandonare il lavoro di maestra d’asilo, la Fanelli è riuscita a inseguire il sogno di diventare attrice.
Nel suo cammino, Emanuela ha accumulato esperienze lavorative molto diverse, passando da cameriera a babysitter e lavorando addirittura in un call center. Questi impieghi le hanno permesso di sostenersi economicamente mentre cercava di affermarsi nel mondo della recitazione. Durante questo processo, ha dovuto affrontare anche il dolore delle audizioni andate male, che hanno messo a dura prova il suo equilibrio mentale. Questo ha generato dubbi su quale fosse la strada giusta da seguire e l’ha portata a riflettere sull’importanza di attendere il momento giusto nella vita.
Un punto di svolta nella carriera di Emanuela Fanelli è stato il suo incontro con Paola Cortellesi. La loro amicizia è fiorita durante le riprese del film “Gli ultimi saranno ultimi”, creando un legame profondo che ha influenzato entrambi. Fanelli ha raccontato della chiamata inaspettata di Cortellesi, che le propose di interpretare Marisa nel suo nuovo progetto cinematografico. Questo momento ha amplificato l’ansia di Emanuela, che sentiva la pressione di non deludere un’amica e un’artista a cui tiene molto.
Ma la strada verso il successo non è stata facile. Fanelli ha parlato anche della competizione e delle sfide che ha affrontato. Ha fatto riferimento a un’audizione per la serie “In Treatment”, da cui è stata scartata in favore di Giulia Michelini. Questo episodio, sebbene doloroso, non ha fatto altro che rendere più forte la sua determinazione. La Fanelli ha imparato a guardare il futuro senza ansia e a considerare ogni esperienza come un’opportunità di crescita, capendo che la sorte può cambiare rapidamente nell’industria dello spettacolo.
Nell’intervista, Emanuela ha anche commentato la questione del movimento MeToo in Italia, considerandolo confinato a esperienze personali e poco accettato nel panorama sociale. Ha notato che, a differenza di altri paesi, le voci delle donne italiane non hanno trovato un terreno fertile per essere ascoltate e accettate. Le sue osservazioni suggeriscono che, nonostante i progressi, ci sia ancora molto da fare per creare un clima di vera accoglienza e rispetto per le storie delle donne nel mondo del lavoro.
Fanelli ha rivelato che, sebbene non abbia mai subito molestie sul luogo di lavoro, ha vissuto episodi di comportamento inappropriato nella vita. Un incidente avvenuto quando aveva diciotto anni, dove un uomo l’ha molestata in treno, è rimasto impresso nella sua memoria. La sua testimonianza mette in luce una realtà spesso ignorata, quella delle violenze quotidiane che molte donne sono costrette a subire.
In una società sempre più connessa, il tema dell’amore e delle relazioni personali continua a sollevare interrogativi. Emanuela ha ammesso di non essere attualmente impegnata in una relazione e ha anche espresso un certo imbarazzo nei confronti delle applicazioni di incontri, preferendo il contatto diretto. La sua affermazione “Emanuela Fanelli non se la carica nessuno, nonostante tutto”, ha un tono di autoironia che la rende autentica, mostrando la sua capacità di riflettere sulla propria vita con leggerezza.
All’età di 38 anni, Fanelli si trova a contemplare anche la questione della maternità. Pur riconoscendo l’inesorabile scorrere del tempo e le pressioni legate alla società, ha chiarito di non sentirsi necessariamente spinta a diventare madre. La questione della maternità è presentata come un tema personale e privato, da discutere senza pressioni esterne o aspettative sociali.
Ripercorrendo la vita di Emanuela Fanelli, emerge il ritratto di una donna determinata, consapevole delle sfide affrontate e dei traguardi raggiunti, che continua a navigare con coraggio e passione nel mondo complesso dello spettacolo italiano.