Emanuele Calaiò, team manager del Savoia con un passato come calciatore in diverse squadre, tra cui il Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni significative riguardo alla situazione attuale del calcio, in particolare sui giovani talenti e l’evoluzione del gioco nel campionato italiano. Le sue opinioni, emerse durante un’intervista trasmessa su Sportitalia, offrono uno spaccato interessante sulla crescita e le aspettative dei calciatori nel contesto attuale.
Emanuele Calaiò ha discusso ampiamente della posizione di Khvicha Kvaratskhelia, sottolineando il clima di incertezza che circonda il rinnovo contrattuale del giocatore. “Tante cose che succedono in società non lo sappiamo”, ha affermato Calaiò, rimarcando come ci siano speculazioni e rumori di mercato attorno al futuro del talentuoso esterno. Kvaratskhelia è descritto come un “grandissimo giocatore”, anche se Calaiò si aspetta forse di più da lui. Il team manager ha notato che i “carichi di lavoro di Conte” possono avere un impatto sulla prestazione del calciatore georgiano, suggerendo che un possibile “mal di pancia” mentale potrebbe influenzare le sue performance in campo.
La figura di Kvaratskhelia è paragonata a quella di Rafael Leão, con Calaiò che sottolinea come ci si aspetti di più dall’esterno portoghese. Secondo lui, Leão mostra a volte una superficialità che si riflette sia sul campo che fuori, rendendo difficile per gli allenatori la gestione di un giocatore dalle spiccate qualità, ma con problemi nella fase difensiva. Calaiò mette in evidenza l’importanza della capacità di un esterno di coprire tutta la fascia, una qualità che Leão non ha sempre dimostrato, contribuendo così a una carenza di incisività nei duelli e nelle seconde palle.
Calaiò ha sollevato il tema dell’impiego di Neres, mettendo in luce la filosofia di Antonio Conte, il quale ha sempre parlato di “equilibrio” come elemento cruciale per il successo di una squadra. Al momento, secondo Calaiò, il tecnico sembra prediligere giocatori come Kvaratskhelia e Politano, ma non esclude la possibilità di vedere Neres da titolare, soprattutto in una partita contro un avversario in difficoltà, come il Lecce. L’ex calciatore sottolinea che, complici le difficoltà di adattamento al campionato italiano, Neres sta attraversando un periodo di discontinuità, ma meriterebbe un’opportunità se opportunamente messo alla prova.
Con la passione del calcio italiano che cresce, Calaiò è convinto che Neres possa fare la differenza, a patto che abbia l’occasione di dimostrare il proprio valore, pur mantenendo Kvaratskhelia come inamovibile dal suo posto.
A proposito di nuovi arrivi, Calaiò ha espresso il suo entusiasmo per Scott McTominay, paragonandolo a Marek Hamsik, un giocatore storico per il Napoli. McTominay è descritto come “il classico giocatore che mancava al Napoli da tanti anni”, una posizione che evidenzia l’importanza di avere calciatori che possano contribuire sia in fase difensiva sia offensiva. L’ex calciatore ha anche parlato di Gokhan Inler, attualmente all’Udinese, rivelando la sua contentezza per la nuova esperienza che sta vivendo, e lodando il progetto ambizioso del club friulano in fase di crescita.
Calaiò ha messo in risalto come l’Udinese stia attraversando un periodo positivo sotto la guida di un allenatore che ha già dimostrato le sue capacità, pur sottolineando che la sconfitta contro il Milan non avrebbe dovuto verificarsi.
Infine, il discorso si è spostato sui centravanti, in particolare sui profili di Marcus Thuram e Dusan Vlahovic, evidenziando le loro differenze. Calaiò ha notato come Thuram si sia adattato rapidamente alla Serie A, mentre Vlahovic sembra attraversare momenti di discontinuità, segnando una differenza sostanziale nelle prestazioni della Juventus.
Secondo il team manager, il potenziale di Vlahovic non è ancora stato pienamente espresso, non attribuendo totalmente la responsabilità alla sua mancanza di goal, ma piuttosto alle condizioni circostanti e alla gestione del gioco. Infine, in merito a Victor Osimhen, Calaiò ha commentato che le sue qualità lo rendono un profilo adatto a qualsiasi squadra, evidenziando ulteriormente l’importanza delle caratteristiche individuali nel contesto tattico moderno.