Un documento recente ha riacceso i riflettori sulla precarietà degli edifici a Scampia, rivelando che la situazione di degrado del Vela Celeste era già nota da tempo. La questione, che coinvolge la sicurezza e la stabilità degli edifici, ha assunto un’importanza cruciale dopo il tragico crollo del 22 luglio che ha causato la morte di tre persone e ferite a undici, tra cui sette bambine. Le autorità locali si trovano ora sotto pressione per avviare interventi urgenti e risolvere il problema dell’abitabilità in questa area di Napoli.
Il documento dei Vigili del Fuoco
La segnalazione del 2015
Il 5 marzo 2015, i Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Napoli hanno inviato un importante documento al sindaco Luigi de Magistris, alla Polizia municipale, alla Prefettura e alla Questura. Questo fonogramma evidenziava il degrado strutturale dei ballatoi della Vela Celeste e segnalava un grave pericolo per l’incolumità pubblica. In effetti, il rapporto descriveva un crollo parziale di una passerella di accesso al secondo piano e il deterioramento di tutte le altre passerelle dei piani superiori.
Dopo diversi anni, il contenuto di questo documento emerge in modo inquietante, dimostrando che le autorità erano state avvertite della criticità della situazione. Le parole dei Vigili del Fuoco, che parlavano di un “cedimento” imminente, riflettono chiaramente la necessità di interventi tempestivi, che, purtroppo, non sono stati attuati nel corso degli anni.
La tragedia del crollo
Il drammatico episodio di luglio ha confermato, in modo tragico, le previsioni contenute nella relazione del 2015. Il crollo si è verificato a causa della rottura di un ballatoio del terzo piano, causando la perdita di vite umane e numerosi feriti. La situazione si è rivelata così un disastro più che annunciato. Riflessioni su come questo evento potesse essere evitato si fanno sempre più pressanti, considerando che i segnali di allerta erano già stati lanciati e ignorati.
Trascrivendo l’orrore della situazione, ci si interroga sulla responsabilità delle autorità e sull’inefficacia degli interventi predisposti. Il documento dei Vigili diventa così una testimonianza chiave nel processo di accertamento delle responsabilità legali sulla sicurezza degli edifici e sui disagi vissuti da chi abita nel quartiere.
Gli sfollati e il loro futuro
Le vie di Scampia
Dopo il crollo dell’edificio e la messa in sicurezza dell’area, circa 300 famiglie si sono ritrovate senza un tetto. Gli sfollati di Scampia, temporaneamente ospitati in strutture universitarie e altre sistemazioni provvisorie, stanno lottando per una sistemazione definitiva. Il Comitato Vele ha dichiarato che il Comune di Napoli si è impegnato ad avviare una macchina organizzativa per garantire il supporto necessario, ma i tempi sono incerti e la situazione rimane tesa.
Mentre il Comune si muove per organizzare assistenza e sistemazioni, le famiglie sfollate chiedono garanzie concrete e rapide. La necessità di accedere a strutture alberghiere temporanee è vista come un primo passo per garantire un minimo di stabilità e dignità a chi ha perso tutto. La mobilitazione delle famiglie ha portato a manifestazioni nel centro di Napoli, dove è stato chiesto un intervento efficace da parte delle autorità per affrontare la crisi abitativa in corso.
Le richieste al Comune
Il Comitato Vele, in rappresentanza degli sfollati, chiede un avvio immediato di un piano di sistemazione e una prosecuzione della cantierizzazione per la riparazione degli edifici danneggiati. L’iniziativa si pone come un onere imprescindibile per le autorità locali, in quanto il rischio di aggravare la già precaria situazione degli sfollati rimane un problema concreto. In questo contesto, l’attenzione verso le esigenze delle famiglie dovrebbe diventare una priorità.
I prossimi passi sono essenziali per garantire che simili tragedie non si ripetano. La speranza è che le amministrazioni si attivino con maggiore responsabilità e senso di urgenza, ascoltando le richieste degli abitanti e prendendo in carico un tema che ha molteplici risvolti positivi per la comunità e la sicurezza pubblica.