L’area Metropolitana di Napoli sta affrontando una crescente crisi nei Centri per l’impiego, sollevata dalle denunce dei rappresentanti sindacali di FP CGIL, UIL FPL e CSA. Le organizzazioni avvertono che la situazione è diventata questione di ordine pubblico, evidenziando l’urgente necessità di interventi per tutelare sia i cittadini che i lavoratori all’interno di queste strutture.
Negli ultimi giorni, i Centri per l’impiego della zona hanno visto un acceso afflusso di utenti, molti dei quali beneficiari dell’Assegno d’inclusione. Secondo Luciano Nazzaro, Annibale De Bisogno e Vittorio D’Albero—i segretari metropolitani delle organizzazioni coinvolte—la situazione è diventata insostenibile, complicata da episodi di violenza e minacce ai danni dei lavoratori. “Le lavoratrici e i lavoratori si trovano letteralmente d’assalto,” hanno spiegato, sottolineando la crescente preoccupazione per la sicurezza personale del personale impiegato nei centri.
La tensione nei centri è attribuita a una utenza preoccupata per la possibile sospensione o cancellazione dell’Assegno d’inclusione, una misura di sostegno economico per molte famiglie locali. La nota sindacale denuncia che il clima di incertezza ha accresciuto il timore e la frustrazione tra i cittadini, portando a richieste di chiarimenti e assistenza che, al contempo, saturano le risorse e amplificano le difficoltà nel gestire le situazioni. I rappresentanti sindacali avvertono che, se non si interviene in tempi rapidi, i progressivi problemi di ordine pubblico potrebbero degenerare in episodi ancora più gravi.
In risposta alla gravissima situazione, FP CGIL, UIL FPL e CSA hanno proclamato uno stato di agitazione del personale, invocando la Legge 146/90 che regola le azioni di tutela nell’ambito lavorativo in presenza di conflitti. Le organizzazioni chiedono misure urgenti, tra cui un rinvio al 31 dicembre 2024 del termine per la sottoscrizione dei Patti di attivazione, ritenendo che questo permetterebbe una gestione più programmata e limiterebbe i flussi incontrollati di utenti nei centri.
Al fine di garantire un ambiente di lavoro sicuro per i dipendenti, FP CGIL, UIL FPL e CSA propongono anche un incremento del lavoro agile e una maggiore gestione dell’utenza in modalità telematica. Questa strategia, secondo i sindacalisti, sarebbe essenziale per alleviare la pressione sugli operatori e consentire loro di lavorare in condizioni di sicurezza accettabili.
La continue richieste inascoltate da parte delle organizzazioni e l’assenza di misure adeguate stanno alimentando la frustrazione tra i lavoratori, portando a preoccupazioni crescenti non solo per la propria sicurezza, ma anche per il sostegno che dovrebbero ricevere nel gestire la situazione con l’utenza. La proclamazione dello stato di agitazione è quindi un passo necessario per sollecitare un intervento decisivo da parte delle autorità competenti.