L’eredità è una questione delicata: ecco cosa ci dice in dettaglio la legge su chi deve firmare e chi deve ricevere.
Nell’arco di una vita, qualsiasi persona può liberamente determinare se mettere su famiglia o meno. C’è infatti chi opta per uno stile di vita che non include matrimonio e prole, e pertanto opterà per distinte forme di distribuzione dei propri beni una volta trapassato.
Nel momento in cui però si verifica la prima circostanza di cui sopra, il cittadino in questione è tenuto ad un’operazione di prassi comune che riguarda la distribuzione dei propri beni in eredità a familiari o ulteriori persone strette, nell’ambito di una legittimità stabilita da specifici parametri legislativi e normativi.
Tramite l’eredità si determina significativamente il continuo della storia familiare legata al proprio cognome. A livello pratico, essa permette a chi la riceve di poter disporre dei beni ricevuti per urgenze ed investimenti di qualsiasi tipo nell’arco dei propri contesti personali o familiari.
Nella nostra legislazione ed amministrazione, esiste una prassi che determina chi gestisce l’eredità e da chi deve essere percepita. Ecco tutto quello che serve sapere.
La normativa sull’eredità
La successione rappresenta il procedimento legale che consente il trasferimento del patrimonio di un soggetto deceduto ai propri eredi, i quali possono essere distinti in eredi legittimi, stabiliti dalla normativa vigente in assenza di un testamento (quali il coniuge e i figli), ed eredi testamentari, indicati esplicitamente nel testamento. In Italia, per avviare la dichiarazione di successione è sufficiente la sottoscrizione da parte di un singolo erede, il quale si assume la responsabilità della veridicità delle informazioni fornite.
La persona che procede alla firma accetta altresì eventuali debiti connessi all’eredità; tuttavia, tale semplificazione può generare controversie tra gli eredi, in particolare nel caso emergano divergenze riguardo alla ripartizione dei beni o al pagamento delle imposte di successione.
Come presentare la dichiarazione
Con l’introduzione della gestione telematica, il processo è stato accelerato, ma ciò implica che le imposte devono essere versate tramite un unico conto indicato al momento dell’invio, richiedendo dunque un accordo preliminare tra gli eredi. Inoltre, non è previsto il deposito di più dichiarazioni per la medesima successione, il che contribuisce a ridurre il rischio di errori procedurali, pur necessitando di una maggiore coordinazione tra gli interessati.
Uno degli eredi ha la facoltà di rinunciare all’eredità al fine di evitare obblighi; in tal caso, non sarà incluso nella dichiarazione di successione. Tuttavia, qualora la rinuncia avvenga successivamente alla registrazione, sarà obbligatorio presentare una nuova dichiarazione, con conseguenti costi aggiuntivi. Considerata la complessità della procedura e il potenziale rischio di conflitti, risulta spesso opportuno rivolgersi a professionisti del settore, quali notai o servizi specializzati, per garantire una gestione accurata e tempestiva della successione.