Il nuovo libro di Erri De Luca, “L’età sperimentale”, scritto in collaborazione con l’amica Ines de la Fressange, sfida le convenzioni legate alla vecchiaia. In un contesto culturale in continua evoluzione, l’autore esplora le complessità di questo capitolo della vita, sottolineando l’importanza di mantenere la mente attiva e il corpo in forma, offrendo un quadro ricco di esperienze e riflessioni personali.
L’opera di De Luca si distacca dall’idea di vecchiaia come un periodo di declino, comunemente descritta in letteratura. Citando la visione di Kohelet e l’irreverente “Les vieux” di Jacques Brel, l’autore chiarisce che per lui, la vecchiaia non rappresenta la provincialità dell’esistenza, ma piuttosto un “età sperimentale“. Questa fase della vita è caratterizzata da nuove esperienze e scoperte, piuttosto che da un senso di malinconia o di rimpianto. De Luca, a 73 anni, sembra abbracciare ogni sfida fisica e intellettuale come una nuova opportunità. Senza paura dell’incedere degli anni, si arrampica in montagna e rinnova la passione per le lingue, facendo di ogni esperienza un’ulteriore opportunità di crescita personale.
Nei suoi scritti, De Luca si oppone a quelli che considera luoghi comuni sull’invecchiamento. Non si riconosce nella rappresentazione della vecchiaia come “orribile e malvagia“, e neppure in quella di una trascendenza verso un’inevitabile noia esistenziale. Al contrario, il suo punto di vista è chiaro: la vecchiaia dovrebbe essere vista come un’opportunità per sperimentare la vita in modo diverso, con un focus sul “qui e ora“, sul presente piuttosto che sul passato. In “L’età sperimentale”, il corpo è protagonista di una trasformazione, non un peso da portare, ma un alleato nella ricerca di nuove esperienze. Grazie al supporto della sua amica de la Fressange, l’autore inserisce la dialettica tra diversi stili di vita e diversi approcci alla bellezza e alla vita, creando un dialogo stimolante.
Un aspetto centrale del libro è l’importanza di tenere allenata la mente. De Luca spiega come la lettura, il gioco e lo studio di lingue, come l’Ebraico e il Kiswahili, siano parte integrante della sua routine. La mente attiva è fondamentale per mantenere un contatto vivo con il mondo e con le idee. L’autore non si limita a guardare il mondo con nostalgia, ma lo esplora, lo interroga, lo interagisce, rendendosi partecipe di una realtà ricca e complessa. Attraverso enigmi e letture, la sua quotidianità è costellata da stimoli che la rendono avvincente e significativa, un approccio che offre a chiunque possa trarre insegnamento dalla sua esperienza.
“L’età sperimentale” non è soltanto un racconto autobiografico, ma un libro visivamente stimolante. Le immagini che accompagnano il testo mostrano l’autore in diversi momenti della sua vita, facendo emergere un senso di vita e di attività continua. Dalla campagna al fuoco, ogni immagine racconta storie di azione e contemplazione, colmando il divario tra passato e presente. Ogni fotografia, come quella di De Luca nelle montagne, riflette una vita vissuta intensamente, un’esistenza non rinunciataria ma piena di coraggio e curiosità.
Ogni aspetto della scrittura di De Luca invita alla riflessione e alla connessione. Le citazioni e i rimandi alla cultura popolare arricchiscono il testo, rendendolo accessibile e coinvolgente. L’incontro tra il mondo della moda e la letteratura non contribuisce solo a dare varietà, ma illumina anche il concetto di eleganza e bellezza al di là degli stereotipi. Non l’eleganza superficiale, ma una bellezza che risiede nella sostanza delle esperienze e dei vissuti.