Un tragico incidente ha scosso Ercolano, Napoli, dove un’esplosione avvenuta in un’abitazione ha causato la morte di tre persone. Si tratta di un evento devastante, legato a una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che deteneva un’enorme quantità di sostanze esplosive. I carabinieri hanno avviato un’indagine, portando all’arresto del proprietario dell’immobile con gravi accuse. L’analisi della situazione ha rivelato dettagli inquietanti riguardanti il deposito di ingenti quantità di polveri.
L’esplosione che ha tragicamente tolto la vita a Samuel Tafciu, e alle sorelle gemelle Sara e Aurora Esposito, si è verificata nella contrada Patacca di Ercolano. Le prime indagini hanno accertato che una miscela esplosiva compresa tra i 5 e i 10 chili è stata sufficiente a provocare l’evento fatale. Tuttavia, i vigili del fuoco, intervenuti sul posto, hanno trovato un ampio accumulo di polveri che potrebbero avere avuto conseguenze devastanti se non fossero intervenuti in tempo. Il deposito di almeno 350 chili di sostanze esplosive non miscelate rappresentava un pericolo non solo per gli occupanti dell’immobile, ma anche per le abitazioni circostanti.
Le vittime, in particolare le due gemelle, sono state trovate all’interno della struttura, mentre il corpo di Tafciu è stato rinvenuto a una distanza di circa 50 metri dalla sede dell’esplosione, a causa della potenza del detonante. La scena era agghiacciante, con gli operatori che hanno dovuto attendere la sicurezza prima di procedere al recupero dei corpi. Le indagini hanno rilevato che l’accumulo di materiali esplosivi e i metodi di lavorazione non autorizzati avevano creato un ambiente altamente instabile.
A seguito dell’esplosione, i carabinieri hanno fermato Pasquale Punzo, ritenuto il proprietario dell’immobile, accusandolo di omicidio con dolo eventuale. La Procura di Napoli ha sottolineato che, sebbene Punzo non avesse intenzione di uccidere deliberatamente i giovani, aveva agito con una negligenza grave creando un contesto in cui una tragedia potesse avvenire. Il fermo, in particolare, è stato emesso sulla base delle prove raccolte e delle condizioni in cui operava l’attività illecita.
Il comandante dei carabinieri ha dichiarato l’assoluta necessità di scongiurare eventi simili, facendo appello all’attenzione delle autorità competenti sulla proliferazione dei laboratori clandestini di fuochi d’artificio che, purtroppo, continuano a rappresentare un grave rischio per la sicurezza pubblica. Questo tipo di attività, non solo illegale, contribuisce a mettere in pericolo la vita di tante persone, creando situazioni potenzialmente letali.
L’analisi compiuta dagli artificieri ha rivelato che l’immobile conteneva una notevole quantità di sostanze esplosive, tra cui perclorato di potassio, utilizzato come base per la preparazione di miscele esplosive. Anche se il perclorato di potassio da solo non è intrinsecamente pericoloso, diventa estremamente volatile quando viene miscelato in determinate proporzioni. Nel caso specifico, insieme a ulteriori 50 chili di polveri combustibili, il totale delle sostanze rinvenute ha reso l’immobile una vera e propria polveriera.
Il rischio di esplosioni in laboratori come quello di Ercolano è amplificato da operazioni di caricamento non sicure. Le vittime potrebbero essere state impegnate in attività di caricamento dei cilindri quando è avvenuta la detonazione. Gli artificieri ritengono che l’accaduto potrebbe essere stato innescato da fattori esterni, come urti o aumenti di temperatura, rendendo ancor più preoccupante la gestione disordinata di sostanze chimiche pericolose all’interno di un contesto abusivo.
La drammatica situazione di Ercolano mette in luce la necessità di controlli più severi e di una maggiore vigilanza sulle attività illecite che, come evidenziato da questo sfortunato episodio, possono avere conseguenze devastanti.