Un grave incidente ha colpito la comunità di Calenzano, in provincia di Firenze, con un’esplosione devastante presso il deposito Eni. L’evento tragico ha portato alla conferma di due vittime e alla disperazione per altri tre lavoratori, attualmente mancanti all’appello. L’impatto della situazione si fa sentire profondamente, con le squadre di soccorso che continuano instancabilmente le ricerche di coloro che potrebbero ancora trovarsi in vita. In questo contesto drammatico, il numero totale dei feriti è salito a nove, alcuni dei quali con traumi non direttamente legati all’esplosione, ma causati dal forte spostamento d’aria.
L’esplosione si è verificata mentre veniva effettuato il rifornimento alle autocisterne, sotto una pensilina del deposito. Le vittime confermate risultano essere due lavoratori italiani, mentre il destino di tre loro colleghi rimane incerto. Come riportato da diverse fonti locali, i feriti e i dispersi sono tutti lavoratori italiani; tra di loro ci sarebbe un operaio di Catania di 57 anni, un lavoratore di Napoli di 62 anni, e altri tre operai di diverse provenienze, inclusi nomi di annata e località significative, come Novara e Matera.
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, fornendo aggiornamenti sulla situazione, ha espresso il suo cordoglio per le vittime e ha informato che le indagini sono già iniziate sotto la direzione del procuratore Tescaroli. Il presidente ha anche specificato che le ferite riportate da alcuni feriti potrebbero non essere conseguenti all’esplosione, ma piuttosto ai traumi procurati dal forte vento causato dall’onda d’urto dell’incidente.
Le ricerche dei dispersi sono intense e proseguono giorno e notte, con le autorità locali che seguono attentamente l’evolversi della situazione e coordinano gli interventi di soccorso. La mancanza di conferme sui dispersi aggiunge un’ulteriore angoscia alla tragedia, rendendo la situazione ancora più drammatica per le famiglie coinvolte.
L’incidente non è un evento isolato nell’ambito della sicurezza industriale. In precedenti discussioni e ricerche, come sottolineato dal capogruppo di Sinistra Progetto Comune, Dmitrij Palagi, sono stati già evidenziati i rischi associati al sito Eni di Calenzano. La denuncia fatta nel 2020 da Medicina Democratica e La Città Invisibile mette in luce le potenziali minacce operanti nel deposito, che includono non solo il rischio di esplosioni ma anche di sversamenti prolungati e effetti nocivi sulla salute dei lavoratori e delle comunità circostanti.
Maurizio Marchi, rappresentante di Medicina Democratica, ha specificato che i rischi si classificano in diverse categorie, comprensive di incidenti catastrofici, impatti ambientali e problemi legati alla salute. Queste affermazioni hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori e sulla gestione dei problemi di salute e sicurezza nel settore. Nonostante l’incidente attuale evidenzi una crisi immediata, è essenziale un’analisi approfondita e sistematica per garantire che simili tragedie non si ripetano nel futuro.
Le organizzazioni locali e i politici stanno esprimendo preoccupazione per la necessità di riforme che migliorino la sicurezza nei luoghi di lavoro e che possano prevenire tali tragedie. La richiesta di azioni risolutive da parte della comunità è pressante, e il sostegno a questa causa è diventato una priorità per i politici locali e le associazioni, impegnati a far sentire la voce di chi lavora in ambienti rischiosi.
L’esplosione ha avuto un profondo impatto sulle famiglie dei lavoratori coinvolti e sulla comunità di Calenzano. I parenti delle vittime e dei dispersi vivono ore di angoscia, in attesa di notizie incerte e strazianti. Il dolore collettivo si fa sentire, lasciando un segno indelebile non solo tra i familiari delle vittime ma anche tra i membri della comunità che si mobilitano per offrire supporto e solidarietà.
Il sindaco della città ha fatto appello alla solidarietà e ha attivato i servizi di supporto psicologico per aiutare le famiglie a far fronte a questo trauma. Le istituzioni sono chiamate a mostrare la loro presenza e a garantire che non solo i soccorsi siano tempestivi, ma che anche le necessità delle famiglie e delle comunità siano prese in considerazione. L’intero territorio sente il peso di una situazione non solo drammatica, ma anche allarmante, e c’è una crescente richiesta di accountability e cambiamento da parte delle politiche industriali e della sicurezza sul lavoro.
Le indagini sono appena all’inizio, ma già si avverte un forte desiderio di giustizia e di cambiamento da parte di tutti i coinvolti. Gli eventi degli ultimi giorni devono servire da monito alla società, affinché tali incidenti non si trasformino in routine e le lezioni apprese vadano verso la costruzione di un ambiente lavorativo più sicuro e protetto. La speranza è che le inchieste portino a risposte chiare e a misure efficaci, per prevenire il ripetersi di una tale tragedia e per tutelare la vita e la sicurezza dei lavoratori in futuro.