Un’indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno ha portato all’arresto di tre uomini accusati di tentata estorsione nei confronti di un imprenditore. I dettagli rivelano una preoccupante attività criminale nel territorio di Sant’Antonio Abate, dove le dinamiche mafiose continuano a influenzare le attività economiche. L’operazione, condotta dai Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata, mette in luce l’importanza della denuncia e il ruolo delle forze dell’ordine nella lotta contro la criminalità organizzata.
Le modalità di estorsione e le minacce all’imprenditore
Un attacco sistematico all’azienda
Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre uomini arrestati, Francesco Sorrentino , Gioacchino Fontanella e Nicola Mendola , avrebbero avviato una serie di minacce nei confronti di un imprenditore della zona. L’obiettivo era quello di estorcere una somma compresa tra 50.000 e 250.000 euro, presentandosi ripetutamente all’interno dell’azienda e creando un clima di intimidazione. Le minacce verbali non solo miravano a costringere l’imprenditore a pagare, ma erano anche finalizzate a estendere l’influenza del clan Fontanella.
Le dinamiche della criminalità mafiosa
I Carabinieri hanno identificato il comportamento dei tre uomini come un esempio di estorsione “con il cosiddetto metodo mafioso”. Questa definizione coinvolge l’uso della violenza o della minaccia per ottenere vantaggi economici, un modus operandi tipico delle organizzazioni mafiose, in questo caso riferito al clan Fontanella, noto per le sue attività illecite nella zona di Sant’Antonio Abate. Il tentativo di estorsione sarebbe servito non solo per ottenere un guadagno economico immediato, ma anche per rafforzare il prestigio e il controllo del clan sul territorio.
L’operazione dei Carabinieri e le reazioni delle autorità
Coordinamento tra forze dell’ordine e giustizia
L’operazione che ha portato all’arresto dei tre uomini deriva da una denuncia presentata dall’imprenditore stesso, fondamentale per avviare l’inchiesta. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno svolto un lavoro meticoloso, ricostruendo le dinamiche delle minacce e le modalità di pressione esercitate sull’imprenditore. A seguito di questo lavoro, la Procura di Salerno ha richiesto e ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare, eseguita nei penitenziari di Spoleto, Napoli-Secondigliano e Salerno, dove gli indagati erano già detenuti per altri reati.
La lotta contro la criminalità organizzata
Le autorità competenti hanno sottolineato l’importanza della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine nella lotta alla mafia. In un contesto in cui la criminalità organizzata cerca incessantemente di infiltrarsi nel tessuto economico locale, la denuncia di atti illeciti risulta cruciale per consentire interventi tempestivi e mirati. Le operazioni di polizia come quella appena conclusa rappresentano un passo fondamentale nella guerra contro l’estorsione e le altre pratiche mafiose, che minacciano non solo l’integrità delle imprese, ma anche la sicurezza e il benessere delle comunità locali.