Una recente operazione della polizia ha portato all’arresto di Antonio e Rosario Piccirillo, accusati di estorsione nei confronti di imprenditori attivi nel settore degli ormeggi per imbarcazioni da diporto a Mergellina. Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno rivelato un sistema di minacce e intimidazioni, che ha coinvolto anche noti personaggi locali come la tiktoker Rita De Crescenzo e suo marito.
Secondo le ipotesi accusatorie formulate dai pubblici ministeri Mariangela Magariello e Celeste Carrano, i Piccirillo avrebbero utilizzato un approccio sistematico e intimidatorio nei confronti di diverse vittime. Si sarebbero presentati come emissari di un’organizzazione più ampia, tentando di ottenere il controllo esclusivo sugli ormeggi e sulle boe destinate alle imbarcazioni presso i moli di Mergellina.
In particolare, Antonio Piccirillo è accusato di aver minacciato i titolari delle attività di ormeggio, esercitando pressioni per ottenere non solo una gestione monopolistica delle boe, ma anche l’assunzione di personale disposto a collaborare con loro. Questo comportamento manifestava un chiaro intento estorsivo, volto a garantire non solo un profitto illecito che i Piccirillo avrebbero assicurato accettando le loro condizioni, ma anche a mantenere un’influenza considerevole nel settore.
Le vittime, intimorite dalle minacce, avrebbero pagato ingenti somme di denaro per evitare ritorsioni, rendendo il sistema di estorsione ancora più radicato e preoccupante. Tra le vittime di questo modus operandi c’è pure la tiktoker Rita De Crescenzo, il cui marito è coinvolto nella gestione degli ormeggi. Secondo gli inquirenti, ciò ha reso la situazione ancora più complicata, poiché la notorietà della coppia avrebbe potuto attirare ulteriore attenzione e rendere le minacce più gravi.
La Direzione Distrettuale Antimafia ha avuto un ruolo cruciale nell’indagine che ha condotto agli arresti dei Piccirillo. Sotto la direzione dei pm Magariello e Carrano, gli investigatori hanno messo in luce un sistema di intimidazione che, sebbene avesse un’area di operatività circoscritta, si rivelava particolarmente pervasivo e pericoloso. La DDA ha utilizzato tecniche investigative avanzate per raccogliere prove a carico degli indagati, consentendo di delineare un quadro chiaro delle loro attività illecite.
I magistrati hanno richiesto e ottenuto l’emissione di misure cautelari nei confronti dei Piccirillo, avvalorando le accuse di estorsione e minaccia. Il provvedimento del gip giunge in un momento in cui la lotta contro le organizzazioni criminali e l’estorsione al Sud Italia è particolarmente intensa, con molti casi che emergono periodicamente e che riguardano diverse categorie di imprenditori.
Le indagini sono ancora in corso e potrebbero portare a ulteriori sviluppi, man mano che le autorità approfondiscono i legami tra i Piccirillo e altre possibili reti di crimine organizzato. Gli inquirenti stanno anche esaminando se ci siano state ulteriori vittime di questo tipo di attività estorsiva, cercando così di sgominare un sistema che ha inflitto danni considerevoli non solo agli imprenditori, ma all’intero contesto economico della zona.
L’arresto di Antonio e Rosario Piccirillo rappresenta un passo significativo nella lotta contro l’estorsione a Mergellina. La notizia ha suscitato reazioni contrastanti tra gli imprenditori locali, alcuni dei quali si sono sentiti finalmente in grado di rompere il silenzio e denunciare le minacce subite. Questa sembra essere un’opportunità per le autorità di rafforzare la sicurezza e la protezione degli imprenditori, promuovendo un ambiente commerciale più sereno e legittimo.
Il coinvolgimento di figure pubbliche come Rita De Crescenzo testimonia come il fenomeno dell’estorsione non colpisca solo i piccoli imprenditori, ma possa estendersi a personalità anche di un certo rilievo sociale. Ciò evidenzia la necessità di un intervento costante e decisivo da parte delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza e il rispetto della legalità.
Il futuro delle indagini e delle iniziative mirate a combattere l’estorsione nella regione dipenderà dall’efficacia delle azioni legali e dalla cooperazione della comunità locale, che dovrà sentirsi incoraggiata a segnalare qualsiasi attività sospetta e a collaborare attivamente con le forze di pubblica sicurezza.