Il fenomeno dell’estorsione ambientale, una forma di coercizione subdola e insidiosa, ha riacquistato attenzione mediatica con le recenti indagini che coinvolgono il clan Gionta e i dirigenti del Savoia Calcio. Senza minacce esplicite, i membri di questi gruppi criminali esercitano un potere intimidatorio attraverso l’ombre della loro reputazione, sfruttando la paura e la vulnerabilità delle loro vittime. Le autorità hanno avviato un’inchiesta dettagliata che ha portato a misure cautelari nei confronti di diversi individui legati al clan, rivelando il modus operandi e le dinamiche di questo reato.
L’operazione dei carabinieri e il modus operandi del clan
L’operazione condotta dai Carabinieri di Torre Annunziata, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia , ha fatto emergere la pratica dell’estorsione ambientale utilizzata dal clan Gionta, che si distingue per la sua capacità di imporsi senza dichiarazioni aggressive. Il clan ha attuato questa strategia anche nei confronti del Savoia Calcio, una società che ha vissuto momenti difficili e che ha subito l’influenza di atti estorsivi nell’estate del 2022. Le indagini hanno rivelato gli incontri tra i dirigenti della squadra e alcuni esponenti del clan, dove messaggi di intimidazione sottile venivano trasmessi in modo più che chiaro, senza la necessità di minacce dirette.
Nel mese di agosto, un incontro decisivo ha avuto luogo tra il direttore sportivo del Savoia e Felice Savino, uno dei principali esponenti del clan, il quale, pur essendo agli arresti domiciliari, ha esercitato una pressione notevole sul dirigente. In quello stesso incontro, sono stati fatti chiaramente dei riferimenti alla “protezione” offerta dal clan, segnando una situazione di vulnerabilità a cui il club non poteva sottrarsi. Questo scenario si è concluso nei mesi successivi con la presentazione delle dimissioni irrevocabili del direttore sportivo, una chiara esperienza di come la paura possa influenzare le decisioni professionali.
Le misure cautelari e i dettagli degli arresti
Le misure cautelari adottate dai Carabinieri hanno colpito direttamente cinque membri del clan Gionta, tra cui Felice Savino e Ciro Scognamiglio. Entrambi sono accusati di concorso nell’estorsione aggravata e continuata a danno della società calcistica. A loro si aggiungono Salvatore Ferraro, Filomena Bove e Giuseppe Ferraro, accusati di usura aggravata e di minacce, legate a un caso di prestito usurario avvenuto nel luglio 2021. Questo prestito, inizialmente modesto, si è trasformato in una trappola, raddoppiando la somma da restituire a causa di tassi di interesse elevati e intimidazioni.
L’operazione ha messo in luce come l’usura non solo sia un crimine economico, ma comporti anche una dimensione di intimidazione nei confronti delle vittime, costrette a rimanere nel silenzio per paura di ritorsioni dirette. In questo caso specifico, un imprenditore ittico si è visto costretto a pagare quasi il doppio dell’importo iniziale, subito pressato da minacce che avevano come obiettivo il suo rientro nel debito. L’approccio sistematico e continuato del clan non lascia spazio a dubbi sulla loro intenzione di mantenere il controllo su attività commerciali e imprenditoriali nel territorio.
La reazione del Savoia Calcio e l’impegno per un’immagine pulita
In risposta alle recenti notizie di cronaca, la Savoia 1908 Football Club ha diramato una nota ufficiale per chiarire la propria posizione, sottolineando che l’attuale gestione non ha mai subito richieste estorsive. Nella comunicazione, firmata dal legale rappresentante Arcangelo Sessa, viene evidenziata la necessità di difendere il club da qualsivoglia legame con la criminalità organizzata, affermando che non ci sarà tolleranza nei confronti di simili episodi. Sessa ha enfatizzato l’importanza di ripulire il nome della società , affermando che il club è stato salvato dalle mani del clan, cercando di restituire dignità al calcio di Torre Annunziata.
L’impegno profuso dalla società si traduce anche nelle attività sportive e nei progetti sociali, sottolineando l’importanza di offrire opportunità ai giovani attraverso programmi di formazione sportiva. Con oltre 250 ragazzi coinvolti nella loro Academy, il Savoia sta cercando di combattere la dispersione sociale, offrendo un’alternativa positiva ai giovani. La società riconosce che il lavoro delle forze dell’ordine è fondamentale per contrastare la criminalità e invita alla denuncia in caso di ulteriori minacce, affermando che la paura non deve mai prevalere sulla possibilità di ribellarsi a situazioni di abuso.
Le dichiarazioni della società mettono in risalto un fervente desiderio di miglioramento e un approccio attivo verso il riscatto del territorio, sottolineando che, sebbene incidenti del genere possano verificarsi, ci si deve sempre affidare alla giustizia per fermare ogni forma di illegalità .