In un contesto contemporaneo in cui le tensioni geopolitiche sembrano dominare la scena, “Etnoragù” si propone come un cortometraggio che rompe gli stereotipi e racconta una storia d’amore intergenerazionale, in grado di toccare le corde più profonde delle relazioni familiari. Questo lavoro, scritto e diretto da Cristiano Esposito, verrà presentato ufficialmente martedì 19 novembre al cinema “La Perla” di Napoli. Un’opportunità unica per scoprire un’opera che ha già conquistato il pubblico e la critica a livello internazionale.
La trama: un intreccio di culture e tradizioni
“Etnoragù” narra le vicende di Giulia, una giovane archeologa che, dopo un’esperienza in Palestina, torna a casa per presentare il suo promesso sposo, un palestinese musulmano, ai suoi genitori. I coniugi Assunta e Giovanni, ancorati a tradizioni e valori profondamente radicati, inizialmente reagiscono con sorpresa e resistenza. I conflitti culturali si intrecciano con gli affetti e i legami familiari, creando uno scenario in cui il famoso ragù della domenica diventa il simbolo di identità e appartenenza.
In questo racconto, Giovanni rappresenta l’uomo tradizionale, che si confronta con la necessità di adattarsi a una situazione nuova e inattesa. Incoraggiato da Assunta, Giovanni decide di “fare un passettino alla volta”, iniziando un percorso di cambiamento che lo porterà a mettere in discussione molte delle sue convinzioni. L’intreccio culmina nel giorno del matrimonio, dove, sullo sfondo di un evento festoso, Giovanni orchestra una vendetta simbolica che gioca con gli stereotipi tipici di produzioni come “Gomorra”, per scavare più a fondo nelle dinamiche familiari e sociali, con un messaggio di tolleranza e accettazione.
Riconoscimenti e premi: un successo internazionale
L’accoglienza di “Etnoragù” si è rivelata straordinaria, tanto che il cortometraggio ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti in festival internazionali. Tra i più significativi ci sono il London Movie Awards, dove Esposito ha vinto sia per “Migliore Commedia” che per “Migliore Cortometraggio”, insieme alla vittoria per la “Migliore Partitura Musicale Originale” attribuita a Mario Fasciano.
Inoltre, il cortometraggio ha ricevuto menzioni d’onore per le performance di Salvatore Misticone e Stefania Ventura, che affiancano un cast di talentuosi attori come Pietro Tammaro, Amedeo Colella, Carolina Infante, Mauro Palumbo, Alessandro Incerto e Tommaso Scotto di Uccio. La critica ha paragonato “Etnoragù” a opere iconiche come “Indovina chi viene a cena?” e “Il padre della sposa”, evidenziando la sua capacità di trattare temi universali come l’amore e l’integrazione.
In aggiunta, il cortometraggio è stato selezionato per i prestigiosi David di Donatello, un ulteriore segno del suo grande impatto nel panorama cinematografico italiano. Ulteriori riconoscimenti sono stati conseguiti ai New York Movie Awards e durante lo Special INDIE Event del MIA-International Audiovisual Market di Roma, dove “Etnoragù” ha ottenuto premi per la “Migliore Regia Internazionale” e la “Migliore Sceneggiatura”.
Una produzione dal carattere locale ma dall’impatto globale
Il cortometraggio è frutto di un’avventura creativa a cura della Cooperativa Ar.Tu.Ro, supportata da una rete di finanziamenti locali che includono la Regione Campania, la Film Commission della Regione Campania e altri partner locali. Questo modello produttivo low budget non ha impedito la realizzazione di un’opera di qualità che sta guadagnando visibilità a livello mondiale.
La crew di “Etnoragù” comprende professionisti del settore come il direttore della fotografia Francesco La Muro, il responsabile della sonorizzazione Alessandro Massa e l’assistente alla regia Vincenzo Fortunato, tutti impegnati a creare un prodotto cinematografico di alto livello. Le scene sono state curate da Michele Lubrano Lavadera, i costumi sono stati realizzati da Patrizia Barone e il trucco è opera di Ilenia Lubrano di Marzaiuolo, contribuendo così alla creazione di un’atmosfera autentica e coinvolgente che riflette la complessità dei temi trattati.
“Etnoragù”, dunque, non è solo un cortometraggio ma un’importante riflessione sulla cultura dell’accoglienza e sull’incontro tra diverse identità. Il film invita gli spettatori a superare i pregiudizi, mostrando come l’amore possa talvolta trovare la sua strada nei luoghi più inaspettati.