Il 4 aprile si avvicina con la convocazione del congresso UEFA, un evento atteso da appassionati e addetti ai lavori. Evelina Christillin, figura di spicco del management sportivo italiano, ha recentemente rilasciato alcune dichiarazioni significative a Rai Radio1. Durante l’intervista, ha affrontato temi trasversali: dal suo rifiuto di un nuovo mandato in seno alla UEFA, all’importanza di una rappresentanza donne nel mondo dello sport. Queste affermazioni non solo evidenziano l’evoluzione della sua carriera, ma pongono anche interrogativi sul futuro del calcio italiano e internazionale.
Un rifiuto consapevole e definitivo
Evelina Christillin ha dichiarato chiaramente di aver respinto l’offerta per un terzo mandato nella UEFA, sottolineando quanto siano stati soddisfacenti i suoi nove anni di lavoro. “Sono stati nove anni bellissimi,” ha affermato, enfatizzando una carriera ricca di successi ma anche di sfide. Con decisione, ha ribadito la sua volontà di cambiare rotta, affermando: “Se dico una cosa resta quella.” Questo allude non solo alla sua integrità, ma anche alla determinazione di permette a nuove figure di emergere nel panorama calcistico.
Christillin ha anche confermato che Aleksander Čeferin, il presidente UEFA, ha tentato di convincerla a rimanere. “Mi ha detto: ‘decidi tu, se vuoi restare saremmo felici’,” ha rivelato. Questa situazione mette in luce l’apprezzamento verso il suo lavoro e la difficoltà di lasciare una posizione così rappresentativa. La sua scelta, pur in contesto di offerte allettanti, dimostra un forte senso di responsabilità e di visione per il futuro.
La questione della leadership femminile nello sport
Un tema che è emerso chiaramente nell’intervista è la questione della rappresentanza femminile nel management sportivo. Christillin ha messo in evidenza il potenziale di Silvia Salis come possibile erede nel mondo del calcio. “Silvia Salis, lei potrebbe essere una grande dirigente sportiva,” ha detto con convinzione. Questa affermazione non è solo un riconoscimento del talento di Salis, ma anche un invito alla comunità sportiva a considerare la presenza femminile in ruoli decisionali.
Il mondo del calcio è tradizionalmente dominato dagli uomini, e la presenza di leader donne come Christillin ha sollevato interrogativi sulla necessità di cambiamenti culturali. La sua carriera ha aperto opportunità per altre donne, ma resta da vedere come questi cambiamenti possano stabilizzarsi in un ambiente ancora prevalentemente maschile.
Di calcio e passione: il legame personale con la Juve
Oltre all’aspetto professionale, Evelina Christillin non ha rinunciato a mettere in mostra il suo tifo per la Juventus. Quando le è stato chiesto se Thiago Motta mangerà la colomba, ha risposto con un entusiasmo che riflette la sua passione per il calcio: “Si, secondo me si.” Questo accenno personale mostra come, nonostante l’alto profilo professionale, la sua umanità e la sua connessione con il gioco rimangano forti. È un riconoscimento che il calcio non è solo business, ma anche emozione, comunità e cultura.
Con il congresso UEFA alle porte e il dibattito sulla leadership femminile sempre più centrale, Evelina Christillin lascia un’impronta significativa nel panorama sportivo italiano e oltre, rappresentando un esempio da seguire per le donne che aspirano a realizzare i propri sogni nel mondo del calcio.