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Eziolino Capuano, noto allenatore e commentatore sportivo, ha condiviso le sue riflessioni riguardo al ruolo di Giovanni Di Lorenzo e alle potenzialità del sistema di gioco del Napoli durante un’intervista su Radio Marte. Con una carriera costellata di allenamenti e progetti, Capuano ha approfondito l’origine del termine “braccetto” e ha fornito un’analisi dettagliata delle caratteristiche che rendono Di Lorenzo un giocatore versatile, ma con alcune limitazioni da considerare nel contesto attuale della squadra.
l’origine del termine “braccetto” nel calcio
la conferenza a coverciano
Nel panorama calcistico italiano, il termine “braccetto” ha una origine che risale ad una presentazione accademica condotta da Eziolino Capuano stesso. Durante una conferenza presso il Centro Tecnico di COVERCIANO, Capuano presentò una tesi incentrata sul modulo 3-5-2, un sistema di gioco che ha guadagnato popolarità per la sua capacità di offrire sia solidità difensiva che opzioni in fase offensiva. In quell’occasione, il compianto Franco Ferrari, un rispettato professionista nel campo della pedagogia calcistica, ha avuto un ruolo fondamentale nel discutere e validare queste idee.
l’implementazione nei club
Successivamente, quando Capuano iniziò a dirigere l’Arezzo, portò sul campo la sua concezione di gioco, proponendo un sistema difensivo a tre schieramenti. L’idea del “braccetto” si è così consolidata nel linguaggio tecnico del calcio italiano, divenendo sinonimo di una posizione ibrida in cui un esterno può essere utilizzato con successo in una difesa a tre. Questo termine, frutto di un’evoluzione nel gergo calcistico, è stato ulteriormente ripreso e diffuso da allenatori e commentatori nel corso degli anni.
il ruolo di di lorenzo nel contesto del napoli
le doti e le limitazioni di di lorenzo
Giovanni Di Lorenzo, capitano del Napoli, è un esempio emblematico di come un esterno possa adattarsi a diversi ruoli all’interno di un modulo difensivo. La sua formazione iniziale come terzino gli conferisce doti offensive, ma, secondo Capuano, ci sono aspetti da considerare nel definirne il ruolo di “braccetto”. Nonostante la sua esperienza, Di Lorenzo mostra alcune carenze nella fase difensiva, in particolare nei duelli aerei e nella marcatura stretta degli attaccanti, due aspetti cruciali in una difesa a tre.
le scelte tattiche di conte
Antonio Conte, ex allenatore del Napoli, ha riconosciuto le abilità di Di Lorenzo, specialmente in fase di possesso palla. L’allenatore ha sottolineato come il capitano del Napoli possa essere un asset nella costruzione del gioco offensivo, grazie alla sua capacità di rilanciare l’azione. Tuttavia, Capuano solleva il punto che, per implementare un 3-5-2, il profilo del giocatore deve essere bilanciato con le caratteristiche degli altri membri del reparto offensivo e del centrocampo.
le prospettive tattiche del napoli
un’alternativa al 3-5-2
Capuano non si mostra favorevole all’adozione del modulo 3-5-2 con la formazione attuale del Napoli. La presenza di Kvaratskhelia, giocatore importante ma che, secondo Capuano, potrebbe non rendere al meglio come seconda punta, rappresenta uno svantaggio in questo sistema. Inoltre, Lobotka, un centrocampista generalmente performante, mostrerebbe difficoltà nei compiti di copertura in un centrocampo a due, mentre con un centrocampo a tre risulta più a suo agio e produttivo.
il possibile passaggio al 4-3-3
Capuano suggerisce che una soluzione per ottimizzare la sinergia tra i giocatori di centrocampo e gli esterni nel Napoli potrebbe essere quella di adottare un modulo 4-3-3. Questa formazione permetterebbe una migliore coesistenza tra i tre centrocampisti e i tre attaccanti, offrendo così maggiore equilibrio e sfruttando al meglio le caratteristiche di ciascun giocatore. Il cambio di assetto difensivo potrebbe quindi risultare nel potenziamento del gioco offensivo, favorendo le qualità individuali di Di Lorenzo e dei suoi compagni.