Le famiglie dei defunti sepolti nel cimitero monumentale di Poggioreale si trovano ad affrontare una situazione drammatica e ingiusta. Il Comitato 5 Gennaio 2022, guidato da Pina Caccavale, torna a farsi sentire a tre anni dal crollo delle palazzine delle congreghe San Gioacchino e Dottori Bianchi. Nonostante le promesse e gli sforzi, i resti dei loro cari continuano a giacere abbandonati e in condizioni indecorose.
La drammatica scoperta nel cimitero
“Trovarsi delle ossa umane tra le mani è stato emotivamente provante.” Queste sono le parole di Pina Caccavale, presidente del comitato, che questa mattina ha scavato con le mani per cercare di recuperare i resti dei suoi cari dispersi in seguito al crollo. L’atmosfera nel cimitero di Poggioreale era carica di angoscia, con i familiari che, dopo tanto tempo, hanno preso l’iniziativa di rimuovere ciò che rimaneva dei loro defunti. A distanza di tre anni dall’evento catastrofico, le immagini dei feretri sospesi nel nulla continuano a rimanere vivide nella memoria collettiva. Eppure, il tempo è passato e la situazione è rimasta immutata, senza che nessuna istituzione si prendesse la responsabilità di intervenire.
I familiari, stanchi di attendere un segnale di vita dalle autorità, si sono recati sul luogo del crollo per compiere un gesto emblematico. Il loro obiettivo era chiaro: portare alla luce ciò che dovrebbe essere concesso a ogni defunto, una sepoltura dignitosa. Nella loro esplorazione, le condizioni che hanno trovato sono state agghiaccianti. “C’era di tutto,” ha spiegato Pina, “i resti erano in mezzo ad animali morti, erbacce, travi rotte e lapidi distrutte.”
Una protesta silenziosa e disperata
“Ci è costato tantissimo, ma viviamo da tre anni un incubo fatto di promesse deluse.” La carica emotiva di queste parole riassume l’incredulità di fronte a un’assurda situazione. Nonostante gli sforzi e i ripetuti appelli, il silenzio da parte delle istituzioni è straziante. I familiari hanno cercato attenzione, consapevoli che una mobilitazione pubblica sarebbe stata la loro unica arma per forzare un intervento.
L’assenza delle autorità durante la protesta ha amplificato la loro sensazione di abbandono. “Nessuno è venuto a controllare,” ha fatto notare Pina, catturando appieno il clima di impotenza e frustrazione. Nonostante l’accesso interdetto, i membri del comitato sono riusciti a entrare senza particolari ostacoli, superando sigilli che avrebbero dovuto garantire la sicurezza e la dignità del luogo. Questo è un chiaro segnale di quanto la situazione sia fuori controllo.
La condizione precaria dei resti recuperati
Dopo diverse ore di scavi a mani nude, il comitato ha potuto ritrovare e recuperare alcuni resti. “Abbiamo raccolto una busta piena di ossa e un’ampollina con il nome di un defunto,” ha spiegato Pina, descrivendo in modo toccante la tragicità del momento. Per i familiari, riconoscere i resti di un bambino o di un genitore è stata un’esperienza che ha portato a galla il dolore di una perdita mai elaborata.
La situazione in cui vengono conservati i resti recuperati è altrettanto inquietante. A partire dal novembre 2022, i resti umani sono stati ammucchiati in una tensostruttura, in condizioni di abbandono totale. “È una scena allarmante,” ha affermato Caccavale. “Le casse sono bagnate, sporche, e nemmeno chi si occupa della sorveglianza ha un vero interesse nel mantenere questi resti in condizioni dignitose.”
Un futuro incerto e una richiesta di azioni concrete
La questione è complessa e richiede un intervento immediato da parte delle autorità competenti. Le famiglie chiedono un’azione tangibile da parte di Comune, Metropolitana e Curia, ma finora hanno ricevuto solo promesse non mantenute. “Siamo stanchi di scambiarci responsabilità e ci sentiamo derubati della dignità umana,” ha denunciato Pina.
Con l’operazione di recupero ferma dalla primavera del 2024 a causa di argomenti economici, la situazione sembra destinata a protrarsi. Le famiglie temono che le istituzioni non siano disposte a riprendere in mano questa tragica storia. “Se non si muove nulla, continueremo a manifestare,” ha avvertito. La loro determinazione è forte, ma il senso di abbandono e impotenza cresce ogni giorno di più.
Nonostante tutti gli sforzi e il dolore provato, il comitato non ha intenzione di fermarsi. Le famiglie intendono continuare a far sentire la loro voce, fino a quando i resti dei loro cari non saranno finalmente recuperati e riuniti in modo dignitoso.