
Faustin Canè: La storia di un fenomeno napoletano raccontata da Adolfo Mollichelli - Ilvaporetto.com
L’ultimo evento culturale che ha richiamato l’attenzione dei tifosi del Napoli si è tenuto il 18 novembre. In questa occasione, è stato presentato il libro di Adolfo Mollichelli, intitolato “Faustino Canè, il napoletano di Rio de Janeiro“. L’opera mette in luce la carriera di Faustino Canè, celebre fantasista brasiliano che ha fatto la storia del club partenopeo negli anni ’60 e ’70, affiancato per l’evento dall’icona del calcio Josè Altafini.
Le emozioni di Faustino Canè durante la presentazione
Durante l’evento, Faustino Canè ha mostrato il suo profondo attaccamento a Napoli e ai suoi tifosi con un discorso carico di emozione. Non è riuscito a nascondere la commozione e le lacrime quando ha condiviso ricordi vividi della sua esperienza nella città e nel club. Ha sottolineato che, sebbene molti lo confrontassero con Diego Maradona, il suo legame con Napoli era unico e speciale.
“Probabilmente non merito tutto l’affetto che mi state dando,” ha confessato Canè, aggiungendo che la proposta di scrivere un libro è stata una sorpresa per lui. “Adolfo mi ha detto: ‘Le porte sono aperte per te per fare un libro’“. La sua testimonianza ha messo in evidenza la forte connessione che si era creata con il pubblico e l’importanza della sua avventura sportiva nella vita di molti napoletani.
Canè ha ricordato anche la chimica esistente nello spogliatoio del Napoli all’epoca: “Era un’atmosfera meravigliosa, una vera famiglia“. Nonostante le pressioni e le aspettative, l’affetto dei fan lo ha sempre accompagnato, rendendo la sua esperienza unica. “Qui a Napoli non potevo camminare, mi fermavano e mi si avvicinavano sempre,” ha raccontato con emozione.
Il contributo di Adolfo Mollichelli e il valore del libro
Il libro di Adolfo Mollichelli non è solo un atto commemorativo, ma una vera e propria celebrazione della carriera di Canè nel suo amore per Napoli. L’autore, storica firma di “Il Mattino“, ha dedicato anni di ricerca e scrittura per dar vita a un’opera che unisce sport e vita quotidiana, raccontando la passione e il talento di un calciatore che ha segnato un’epoca.
Nel libro, Mollichelli esamina dettagliatamente non solo la vita professionale di Faustino, ma anche gli aspetti più intimi del suo rapporto con la città e con la cultura napoletana. Canè ha affermato che questo lavoro è un “capolavoro,” e ha espresso gratitudine per aver potuto raccontare la sua storia in modo così autentico e profondo.
La presentazione ha visto anche la partecipazione di Josè Altafini, che ha confermato il valore di Canè come collegamento tra Napoli e il Brasile. I due ex calciatori hanno condiviso aneddoti e memorie, fornendo al pubblico uno spaccato di quanto fosse vivace e coinvolgente il mondo del calcio a quel tempo.
Riflessioni legate a Napoli e al Brasile
Faustino Canè ha fatto riflessioni interessanti sulla sua identità e sul significato di essere napoletano. Ha paragonato la cultura di Napoli a quella del Brasile, sottolineando come entrambe condividano una grande passione e fantasia. “Porto l’orgoglio di Napoli,” ha dichiarato, aggiungendo che queste similitudini culturali sono alla base dei legami che ha sviluppato con la città.
Canè ha anche ricordato episodi delle trasferte con la squadra, segnalando come i tifosi vivessero il calcio con intensità e gioia. “Facevamo trasferte di centinaia di chilometri, andavamo cantando e coi tamburi,” ha raccontato, evocando l’atmosfera di festa che accompagnava ogni partita. Questa connessione tra i tifosi e i giocatori ha fatto sì che il legame tra Napoli e Canè fosse indissolubile, rimarcando il senso di appartenenza che caratterizza la città.
La narrazione di Canè, dunque, non è solo una cronaca di successi sul campo, ma una celebrazione di un legame che trascende il calcio, toccando la vita quotidiana e la cultura di una città ricca di storia e passione.