Il mondo del calcio è in fermento in vista dell’importante annuncio della Fifa che assegnerà ufficialmente le edizioni della Coppa del Mondo del 2030 e del 2034. Queste decisioni seguono il mondiale del 2026, che avrà luogo in un’inedita location congiunta tra Stati Uniti, Canada e Messico. Con la grande attenzione mediatica e l’interesse globale, le candidate che hanno portato avanti la loro aspirazione non mancano di stupire.
La Coppa del Mondo del 2030, un evento che segnerà il centenario dalla prima edizione tenutasi in Uruguay nel lontano 1930, assume un valore simbolico e storico notevole. Questa edizione, definita anche “Coppa del Mondo del Centenario”, ha scatenato una serie di dinamiche geopolitiche e culturali, culminando in una proposta di candidatura tripartita. Marocco, Spagna e Portogallo si sono uniti per creare un’offerta senza precedenti. Sebbene il Sudamerica avesse avviato nel 2019 una proposta congiunta di quattro nazioni , il 2022 ha visto la UEFA promuovere una candidatura che inizialmente includeva anche l’Ucraina, fino a escluderla per motivi pratici.
Il Marocco, che conta cinque tentativi infruttuosi di ospitare il torneo, ha trovato finalmente alleanze forti e significative. I rappresentanti marocchini, spagnoli e portoghesi hanno lanciato ciò che è descritto come un “messaggio di solidarietà”, specialmente in un periodo in cui l’Ucraina sta affrontando sfide enormi. La proposta prevede che l’Uruguay accolga le prime tre partite, un ritorno simbolico a dove tutto è iniziato, e le celebrazioni del centenario si terranno tra giugno 2023, mentre le restanti partite si giocheranno in televisione dal 13 giugno al 21 luglio.
Nella competizione si prefigurano come sedi un totale di 11 città, con 20 stadi in lizza per accogliere le squadre. La Spagna si preannuncia come paese leader, mentre il Portogallo ha già avviato progetti per ristrutturare stadi esistenti. Il Marocco, diventando il secondo paese africano a ospitare i Mondiali dopo il Sudafrica, si prepara a competere per il grande evento con ambizioni elevate.
Per il 2034, la Fifa ha adottato una politica di rotazione delle sedi, limitando le candidature alle confederazioni asiatiche e oceaniche. Dopo il ritiro delle candidature di Australia e Indonesia, l’Arabia Saudita si è trovata da sola in competizione. L’Arabia Saudita, infatti, ha scalato rapidamente le vette delle organizzazioni sportive internazionali, offrendo eventi di grande successo e attirando attenzione globale, compresa la recente accoglienza della Supercoppa italiana a gennaio.
Ma non tutto è semplice: il regno deve affrontare una serie di problematiche nella preparazione per accogliere 48 squadre. Attualmente, dispone solo di due stadi con una capienza di almeno 40.000 posti, insufficiente per le esigenze di un evento di tale portata. Inoltre, la questione logistica rimane cruciale, così come il clima estivo, costringendo a considerare una possibile riprogrammazione del torneo per l’inverno.
Le preoccupazioni suscitano uno scetticismo particolare. La candidatura dell’Arabia Saudita ha suscitato reazioni critiche da parte di organizzazioni come Amnesty International, che da tempo denunciano le problematiche legate ai diritti umani nel regno. Le critiche sono principalmente focalizzate sullo sfruttamento dei lavoratori migranti, la loro sicurezza e le segnalazioni di possibili discriminazioni nei confronti di determinate categorie di tifosi.
L’assegnazione ufficiale della Fifa non giunge senza tensioni, e gli sviluppi delle prossime settimane sicuramente desteranno un’attenzione continua nel panorama sportivo globale. Nonostante le sfide, l’Arabia Saudita si propone come una potenza calcistica emergente, pronta a lasciare un segno indelebile nel mondo del calcio internazionale.