Filippo Tortu, il noto velocista italiano, ha condiviso la sua esperienza agli Europei di atletica leggera in una delle ultime puntate del vodcast “Stasera c’è Cattelan – Supernova“. L’atleta ha riflettuto sulla sua prestazione nei 200 metri, un evento in cui si era presentato come uno dei principali favoriti, ma che si è concluso con un secondo posto che ha lasciato un segno profondo nel suo spirito competitivo. Questa intervista offre uno spaccato della mentalità di un campione che affronta non solo la gara, ma anche le aspettative e le pressioni che essa comporta.
Il viaggio emozionale di Tortu agli Europei
L’attenzione di Filippo Tortu si è concentrata in particolare sul momento cruciale della sua competizione. “Sono tornato a casa incazzato,” ha dichiarato, evidenziando la sua frustrazione per un risultato che non rispecchiava le sue reali capacità . Per un atleta come Tortu, che punta sempre al podio e alla vittoria, arrivare secondo è un duro colpo, soprattutto dopo una prestazione considerata tra le migliori della sua carriera. L’emozione di scendere in pista con grandi aspettative e dover poi affrontare la realtà del cronometro gioca un ruolo fondamentale nel suo approccio.
Nel sport, la pressione del cronometro è come un avversario invisibile che caratterizza ogni competizione. Tortu ha spiegato come, a volte, anche quando si svolge una gara eccellente, il risultato finale può tradire gli sforzi. Questo è un aspetto cruciale per gli atleti di alto livello, che non solo devono combattere contro rivali visibili, ma anche contro il timing e le condizioni di gara. La sua riflessione mette in evidenza quanto possa essere difficile accettare di aver dato il massimo senza ottenere la vittoria tanto desiderata.
L’errore che ha segnato la gara
Filippo Tortu ha identificato un errore cruciale nella sua prestazione che, a suo dire, ha influito sul risultato finale: “Ho peccato un po’, non dico di arroganza, ma sapevo di essere il favorito,” ha affermato. La consapevolezza di essere visto come il principale concorrente lo ha portato a forzare le cose, nel tentativo di raggiungere un tempo prestabilito, rischiando così di compromettere la sua fluidità di corsa. Questo aspetto è di fondamentale importanza nella sua analisi; non si tratta solo di velocità , ma di un perfetto equilibrio tra tecnica e pressione.
L’atleta ha confessato di aver impiegato una strategia che, sebbene di frequente vincente, in questa occasione ha funzionato contro di lui. La cura maniacale del dettaglio e l’attenzione al tempo sono qualità di un vero campione, ma, come dimostrato da Tortu, l’eccessivo coinvolgimento nei propri obiettivi può generare un’ansia paralizzante. A tal proposito, ha sottolineato come le problematiche in curva abbiano influito significativamente sul suo risultato, riportando alla mente che anche i dettagli più piccoli possono avere un peso decisivo.
La mescolanza di emozioni prima e dopo la competizione
La prestazione del giorno precedente al confronto finale, considerata “la migliore della mia vita”, ha colorato ulteriormente le emozioni di Tortu. Una situazione che ha reso il secondo posto ancora più difficile da digerire. La frustrazione si è manifestata in un miscuglio di delusione e voglia di rivincita. Un atleta di élite come Tortu vive queste emozioni con intensità , consapevole che ogni gara è un’opportunità non solo per vincere, ma anche per imparare e crescere come sportivo.
Queste esperienze, anche se dolorose, fungono da insegnamento. Tortu ha espresso la consapevolezza di dover utilizzare questi momenti di difficoltà come stimolo per migliorare nei futuri confronti. La sua determinazione a non lasciarsi andare alla tristezza o alla frustrazione è chiara e dimostra la mentalità resiliente necessaria per affrontare le sfide dello sport ad alto livello. Le parole del velocista non solo riflettono un attaccamento profondo e sincero alla sua disciplina, ma rappresentano anche una lezione per ogni sportivo: ogni errore può diventare un passo verso il miglioramento.