Filomena Lamberti, sfigurata con l’acido dall’ex marito nel 2012, rappresenta un esempio di resilienza e determinazione. La sua storia, passata attraverso indicibili sofferenze fisiche e psicologiche, ora si traduce in un messaggio potente nelle scuole per educare e prevenire la violenza di genere. Con un passato segnato dalla sofferenza, Lamberti sta trasformando il proprio dolore in un’opportunità per istruire e sensibilizzare le nuove generazioni sugli effetti devastanti della violenza.
Nel 2012, Filomena Lamberti subì un attacco brutale quando il suo ex marito le gettò acido addosso, un atto di violenza estrema scatenato dal rifiuto della donna di rimanere in una relazione tossica. Questo evento la costrinse a intraprendere un lungo percorso di recupero, che ha incluso numerosi interventi chirurgici e una rigorosa riabilitazione, sia fisica che psicologica. Inizialmente, Filomena si trovò ad affrontare non solo le cicatrici visibili, ma anche un complesso processo di guarigione interiore.
Con il supporto di professionisti e una rete di amici e familiari, Lamberti riuscì a ricostruire la sua vita. Questa esperienza dolorosa le ha insegnato l’importanza di condividere la propria storia, per non solo affrontare il suo dolore, ma anche per dare voce a tutte le donne che hanno vissuto esperienze simili. Nel 2017, ha pubblicato un libro intitolato “Un’altra vita”, dove racconta il suo percorso di sofferenza e rinascita. Con questo volume, Filomena ha voluto sottolineare l’importanza del rispetto in ogni rapporto amoroso e il pericolo dell’innamoramento tossico.
Attraverso questa narrazione, Lamberti intende ispirare altre donne a riconoscere i segnali di una relazione pericolosa e a liberarsi da situazioni oppressive. La sua testimonianza vuole essere uno stimolo per discutere apertamente di violenza di genere, un tema troppo spesso ridotto a silenzi e tabù nelle nostre società.
Nelle sue visite nelle scuole, Filomena Lamberti si rivolge a ragazze e ragazzi parlando della sua vita, invitandoli a riflettere sul significato di amore e rispetto. “Non commettete i miei errori” è il mantra di Filomena, un avviso che risuona forte tra i giovani, invitandoli a non sottovalutare segnali di gelosia e possesso che possono sfociare nella violenza. Con grande sincerità, condivide che l’amore autentico non attira il controllo, ma promuove la libertà e il rispetto reciproco.
Lamberti insisterà sempre sull’importanza di esprimere se stessi e sui rischi dell’idealizzazione amorosa. Spiega che molte volte, ragazze e ragazzi possono confondere comportamenti tossici con segni di passione o protezione. “La violenza inizia con piccole cose”, afferma Filomena. Ciò che sembra innocuo, come controllare il cellulare del partner, può rivelarsi un segnale preoccupante.
Nei suoi interventi, enfatizza che la responsabilità non ricade solo sulle donne, ma anche sugli uomini, ai quali lancia un appello a gestire le emozioni e a riconoscere che ogni rifiuto non giustifica una reazione violenta. “Le emozioni sono valide, ma devono essere gestite con consapevolezza e rispetto”, puntualizza.
Filomena Lamberti è fermamente convinta che l’educazione sia uno strumento cruciale nella lotta contro la violenza di genere. Soprattutto nei contesti scolastici, dove i giovani possono apprendere fin da piccoli il valore del rispetto e della comunicazione sana. “Dobbiamo iniziare a parlare di educazione sessuale e sentimentale già dalle scuole medie”, afferma Lamberti, poiché a quell’età gli adolescenti sono più aperti e ricettivi. La sua esperienza ha dimostrato che ascoltare storie di vita reale può avere un impatto significativo, portando i ragazzi a riconoscere situazioni tossiche nelle proprie vite e a trovare il coraggio di allontanarsene.
Il tema dell’educazione è fondamentale: “La conoscenza è potere”. Educare i giovani a riconoscere i segni di una relazione malsana è essenziale per prevenire futuri episodi di violenza. Il suo lavoro nelle scuole è caratterizzato da una varietà di iniziative che mirano a sensibilizzare e incoraggiare il dialogo tra i ragazzi.
Filomena, infine, stigmatizza la tendenza di etichettare gli uomini come violenti, sottolineando che “nessuno nasce violento”. L’autrice avverte dell’importanza di affrontare le cause profonde della violenza, che spesso risiedono in malesseri psicologici non trattati. La prevenzione deve dunque includere supporto psicologico e interventi mirati per gruppi a rischio, per garantire che i giovani possano apprendere modelli di comportamento sani e rispettosi. Con il suo impegno, Filomena Lamberti continua a piantare semi di cambiamento, contribuendo a costruire un futuro senza violenza.