Finto malato per sfuggire alla giustizia: sequestrati beni per due milioni a ex esponente del clan

Finto malato per sfuggire alla giustizia: sequestrati beni per due milioni a ex esponente del clan - Ilvaporetto.com

Un recente caso di frode si è manifestato nel Salernitano, dove un uomo è accusato di essersi spacciato per malato al fine di evitare consequenziali processi. Le autorità hanno proceduto al sequestro di beni per un valore totale di due milioni di euro. Questa azione è stata intrapresa dagli agenti della Direzione Investigativa Antimafia, che hanno utilizzato intercettazioni e videoriprese per confutare le affermazioni del presunto malato.

Il caso di Carlo Montella

Carlo Montella, individuato come un ex esponente del clan Tempesta di Angri, era già noto alle autorità per una serie di reati gravi. Attualmente, Montella si trova nel carcere di Parma dopo essere stato condannato per omicidio pluriaggravato, associazione criminale di tipo camorristico, usura ed estorsione. Negli ultimi anni, ha cercato di evitare il processo dichiarando di soffrire di patologie psichiatriche che lo avrebbero reso incapace di affrontare le accuse. Tuttavia, le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore hanno smentito tale situazione.

Le perizie mediche, in maniera diretta, sono state messe in discussione da uno specialista psichiatrico. I risultati hanno dimostrato che Montella era perfettamente in grado di sostenere il processo, evidenziando una discrepanza tra le sue condizioni presunte e le sue continuate attività illecite. Questa evidenza ha portato a una ripresa dei dibattimenti che erano stati sospesi a causa dell’invalidità dichiarata.

Il sequestro dei beni

Il provvedimento di sequestro, ratificato su richiesta della Direzione Investigativa Antimafia, ha interessato numerosi beni costantemente riconducibili a Montella. Tra questi figurano un intero complesso immobiliare situato ad Angri, che comprende appartamenti, garage e diverse aree non edificate, insieme a un immobile a Sant’Egidio del Monte Albino. Questo sequestro è avvenuto nel contesto di una strategia più ampia per impoverire economicamente elementi di spicco del crimine organizzato.

Il valore totale dei beni sequestrati ammonta a circa due milioni di euro, e l’operazione rappresenta un passo significativo nel contrasto alle attività mafiose nella regione. L’azione si inserisce in un panorama più ampio, volto a garantire che coloro che tentano di eludere la giustizia, usando stratagemmi ingannevoli come la simulazione di malattie, siano prontamente individuati e perseguiti secondo la legge.

Con il sequestro, la Direzione Investigativa Antimafia punta a ridurre le risorse economiche del criminale e a segnare un forte colpo contro i clan operanti sul territorio. Questo caso rappresenta un esempio emblematico delle operazioni di contrasto attuate dalle autorità per riaffermare il principio di legalità in un contesto spesso segnato dalla violenza e dall’illegalità diffusa.

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