Flavio Briatore e il suo Crazy Pizza a Napoli: polemiche e reazioni tra i maestri pizzaioli

La recente annunciata apertura di Crazy Pizza a Napoli, il locale che aprirà a settembre per mano di Flavio Briatore, ha suscitato un’ondata di reazioni tra i maestri della pizza partenopea. I prezzi alti e l’idea di un’offerta gastronomica di lusso stanno creando un dibattito acceso che tocca le corde della tradizione culinaria della città. La controversa questione si articola in diversi punti di vista, da critiche attente a difese convinte.

Il progetto Crazy Pizza: l’offerta di lusso secondo Briatore

Flavio Briatore ha rilasciato un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, in cui ha delineato la sua visione per Crazy Pizza, un locale posizionato in Via Nazario Sauro. Secondo il manager, il suo target di riferimento sarà rappresentato da clienti in cerca di un’esperienza culinaria ricercata, lontana dalle tradizionali pizzerie napoletane. La promessa di un’atmosfera lussuosa è accompagnata da prezzi decisamente sopra la media: una Margherita, ad esempio, costerà 17 euro. Briatore sostiene che la sua proposta non si limita a un semplice menu, ma si espande in una sorta di spettacolo gastronomico.

Questo approccio ha immediatamente diviso l’opinione pubblica. Da un lato ci sono coloro che vedono nel nuovo locale un’innovazione e un arricchimento per il panorama culinario napoletano; dall’altro, i puristi del settore criticano l’idea di associare il prodotto più iconico della tradizione gastronomica a un’immagine di lusso e ostentazione. La questione si fa ancora più complessa quando i maestri pizzaioli iniziano a esprimere le loro preoccupazioni riguardo all’impatto che il locale di Briatore potrebbe avere sull’identità della pizza napoletana.

Reazioni dalla comunità dei pizzaioli napoletani

Un primo segnale di dissenso proviene da Stefano Auricchio, direttore generale dell’Associazione Verace Pizza Napoletana. Auricchio esprime riserve sulla scelta di Briatore di mantenere un nome legato alla tradizione, suggerendo che l’imprenditore poteva optare per una denominazione altra. La sua affermazione evidenzia un aspetto chiave della discussione: secondo Auricchio, il vero lusso si trova nella semplicità della pizza napoletana, in contrapposizione allo sfarzo che caratterizza il progetto di Briatore. Le sue parole sottolineano la fiducia nella possibilità di mantenere vivo il prezzo competitivo per una pizza autentica, mentre l’offerta di Crazy Pizza si presenta come decisamente più orientata verso l’esperienza di consumo.

Questa posizione viene ribadita anche da Paolo Pagnani, titolare della storica Pizzeria Brandi, che rivendica con orgoglio la sua lunga tradizione legata alla creazione della pizza Margherita. Pagnani afferma che il suo locale, attivo dal 1760, non teme affatto la concorrenza di Briatore. Mentre riconosce la qualità della pizza proposta da Crazy Pizza, espone una narrazione che enfatizza la storicità e il valore tradizionale della pizzeria napoletana, differenziandosi nettamente dall’offerta del manager.

Le polemiche sui prezzi e la qualità della pizza

La questione dei prezzi è centrale nel dibattito attuale. Paolo Surace, titolare della pizzeria Mattozzi, non risparmia critiche e sottolinea che, nonostante Briatore possa essere un imprenditore di successo, non ha alcun legame con la tradizione e i metodi di preparazione della vera pizza napoletana. Secondo Surace, il manager non offre solo un prodotto alimentare, ma una sorta di intrattenimento in un contesto lussuoso, allontanandosi dalla genuinità che caratterizza l’offerta tradizionale. Il titolare di Mattozzi evidenzia ulteriormente che la location e i costi operativi possono influenzare i prezzi praticati, rendendo evidente come il suo locale possa proporre una Margherita a un prezzo molto più accessibile rispetto ai 17 euro richiesti da Crazy Pizza.

In questa cornice di polemiche, emergono anche voci più concilianti come quella di Gino Sorbillo. In passato, Sorbillo aveva criticato Briatore per i prezzi elevati nel suo primo intervento, ma ora sembra disposto a riconoscere la necessità di una diversificazione nell’offerta di pizza in città. Sorbillo si augura che la nuova avventura di Briatore attragga una clientela diversa e che possa convivere con l’autenticità delle pizzerie napoletane, senza però compromettere i valori tradizionali.

La posizione della celebrità locale: Marisa Laurito

Tra le reazioni più celebri a queste incertezze si annovera quella di Marisa Laurito, attrice e figura nota della cultura napoletana. Laurito esprime il suo scetticismo sull’apertura della pizzeria di Briatore a Napoli, osservando che la città è già satolla di pizzerie di qualità, ciascuna con la propria interpretazione della tradizione. La sua dichiarazione riflette una preoccupazione diffusa tra i napoletani riguardo alla possibilità che un locale come Crazy Pizza possa effettivamente minacciare la storicità e autenticità delle pizzerie tradizionali.

In particolare, Laurito pone attenzione sull’influenza che il marketing e le strategie promozionali di un locale lussuoso possono avere, invitando i consumatori a riflettere su dove si trova il vero valore della pizza napoletana. Rimanendo ferma sulle proprie posizioni, la Laurito annuncia di non avere alcuna intenzione di visitare Crazy Pizza.

Valutazioni dell’opinione pubblica: un balletto ridicolo?

Un punto di vista alternativo viene rappresentato dal Codacons, che si inserisce nel dibattito ribattendo le critiche sul prezzo della pizza a Napoli. Carlo Rienzi, presidente dell’associazione, sottolinea come il dibattito sui prezzi dei ristoranti non sia uniforme, spesso con ingiuste disparità quando si tratta di attività che operano in contesti diversi. Secondo il Codacons, questo “balletto ridicolo” tra pizzaioli napoletani evidenzia una contraddizione, in quanto molti di questi esercenti applicano prezzi ben più elevati quando operano al di fuori di Napoli, per clienti che si aspettano spazi diversi.

A questo punto, il dibattito raggiunge nuove vette, e i prodotti delle pizzerie napoletane diventano il fulcro di un’analisi più ampia sul valore, l’accessibilità e la qualità in un settore in cui la tradizione incontra le diversificazione commerciale. La situazione è destinata a svilupparsi ulteriormente nei prossimi mesi, fino all’apertura di Crazy Pizza, tenendo tutti con il fiato sospeso sull’accoglienza del pubblico partenopeo.

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Redazione