Francesca Parrella, artistica pittrice con un passato da attrice teatrale, ha intrapreso un progetto ambizioso per restituire vita a uno spazio carico di memoria e tradizione. Questo posto, una volta sede di una falegnameria ma danneggiato dal tempo, ha un legame speciale con la sua famiglia: qui ha trascorso gran parte della sua vita il nonno, che ha lavorato in questo luogo fino all’età di 85 anni. Nel cuore di questo recupero c’è l’intenzione di dare nuova linfa alla creatività artistica, trasformando l’ex falegnameria e creando così un laboratorio dove diversi artisti possono esprimersi liberamente.
Il lungo processo di trasformazione
Francesca racconta come l’idea sia nata dalla necessità di ristrutturare un luogo che, dopo la morte del nonno, era stato abbandonato e convertito in un deposito. “Ci ho messo un anno e mezzo per svuotare tutto,” afferma la pittrice, ricordando la sfida di liberare lo spazio occupato da materiali arrivati a occupare l’intera altezza della falegnameria. L’amore per il nonno e per le tradizioni familiari ha spinto Francesca non solo a liberare il luogo da oggetti in disuso, ma anche a preservare alcuni macchinari antichi, simbolo del passato artigianale. La ristrutturazione permetterà di ospitare le sue opere, fino ad ora stipate a casa, insieme a quelle dell’altro nonno, Franco Salcino, noto pittore napoletano del ‘900.
In questo contesto, Francesca si propone di creare uno spazio non solo fisico, ma anche simbolico, dove l’arte possa rifiorire. Il nome scelto, “Ex Falegnameria Lab“, racchiude bene il senso di questo progetto, che ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per artisti di diverse discipline, che potranno lavorare e sviluppare le loro idee. La conclusione dei lavori è fissata per il 2025 e Francesca è determinata a vedere realizzato il suo sogno di un laboratorio artistico che possa conservare la storia del luogo.
Un laboratorio di creatività e collaborazione
L’intento di Francesca va oltre la semplice ristrutturazione: desidera creare una comunità artistica. “Voglio che questo laboratorio rimanga un luogo speciale, quasi inaccessibile,” spiega, riflettendo sulla necessità di preservare l’unicità dell’ex falegnameria. Tra le sue idee c’è quella di mantenere alcune caratteristiche storiche, come la piccola cappellina dedicata a San Giuseppe, dove il nonno usava cambiare i fiori mensilmente. Anche una finestra rotta, lasciata appositamente intatta, serve a garantire un rifugio ai gatti del quartiere, un piccolo dettaglio che parla della continua connessione con la vita e la laboriosità di un tempo.
Francesca sogna un luogo dove oltre alla pittura, si possa sperimentare con la ceramica e altre forme d’arte, favorendo l’interazione tra creativi di talenti diversi. Nel frattempo, l’ex falegnameria ha già ospitato eventi privati e alcuni artisti amici dell’artista hanno donato le loro opere a associazioni di volontariato locali. Queste iniziative hanno permesso di testare il potenziale dello spazio e di costruire delle reti collaborative, che presuppongono un futuro dinamico e attivo per il laboratorio.
Un’importante mostra d’arte come inaugurazione
Il primo grande appuntamento è già fissato: il 14 dicembre, l’ex falegnameria ospiterà la mostra “Smove – Arte in Movimento“, un evento che celebra il connubio tra arte e sport, in occasione della Neapolis Marathon 2024. Nove artisti esporranno le loro opere, create specificamente per l’evento. Questa mostra rappresenta un’importante opportunità per mettere in luce il valore artistico del laboratorio, nonché il potenziale che ha nel promuovere la cultura e la creatività nella comunità locale.
L’evento sarà un’occasione per mostrare il lavoro di Francesca e dei suoi amici artisti, promuovendo il messaggio che l’arte può contribuire non solo alla vita privata degli artisti ma anche all’impatto sociale nelle comunità . Così, l’ex falegnameria, un tempo magazzino e deposito, si prepara a diventare un laboratorio vitale per l’espressione artistica e la collaborazione, proprio come la visione di Francesca ha sperato fin dal principio.