Franco Baresi, leggenda del calcio italiano e storico capitano dell’AC Milan, ha recentemente rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, durante la quale ha discusso la sua autobiografia e i momenti chiave della sua vita personale e professionale. Questo racconto non solo ci offre uno spaccato del suo mondo calcistico, ma anche delle esperienze che hanno segnato la sua vita, dall’affrontare le sfide della salute ai ricordi delle sue avventure oltreoceano.
Baresi ha apertamente condiviso la sua esperienza con una grave infezione al sangue, un momento cruciale che ha segnato la sua esistenza. Ha descritto come, dopo la diagnosi di stafilococco, il processo per trovare il giusto antidoto non sia stato affatto semplice. “Da giovane pensi di guarire il giorno dopo,” ha affermato, ma la transizione da una carriera brillante sul campo a una condizione di disabilità come la sedia a rotelle è stata una sfida emotivamente complessa.
Il calciatore ha rivelato di aver vissuto momenti difficili, domandandosi come mai fosse accaduto tutto ciò dopo aver dedicato la vita al calcio. Baresi ha quindi sottolineato l’impatto che queste esperienze hanno avuto su di lui, creando un forte desiderio di apprezzare ogni momento e le piccole cose della vita. Questo nonostante il grande dolore fisico che ha dovuto affrontare.
Un altro aspetto toccante dell’intervista è stato il ricordo del suo rapporto con Silvio Berlusconi, l’ex presidente del Milan. Baresi ha evidenziato quanto Berlusconi fosse attento non solo alle prestazioni sportive della squadra, ma anche al benessere personale dei suoi giocatori. “Avevamo un rapporto molto bello,” ha dichiarato, rivelando l’importanza di avere un sostegno in un’epoca in cui il calcio era molto diverso rispetto a oggi.
L’atto di ritirare la maglia numero 6 in onore di Baresi è stato descritto come un evento senza precedenti nella storia del club, un gesto che ha reso evidente la stima e il rispetto ricevuti nel corso degli anni. Riguardo alla sua permanenza al Milan, Baresi ha riflettuto che rimanere nel club fosse una scelta naturale, anche se ha riconosciuto che i tempi attuali hanno visto un cambiamento radicale nelle dinamiche salariali e nei contratti degli atleti.
Il mondo del calcio, secondo Baresi, è mutato in modo significativo nel corso degli anni. Ha notato che oggi le cifre che circolano nel settore sono estremamente elevate, dando origine a una diversa percezione del gioco e dei suoi valori. Con un tono nostalgico, ha affermato che, pur sapendo delle opportunità economiche, la sua dedizione al club e all’attività rimaneva sempre prioritaria.
Inoltre, Baresi ha reso omaggio alla generazione di calciatori attuali, sottolineando che pur fonti di guadagno maggiori, è fondamentale non perdere di vista l’essenza del calcio e l’importanza delle relazioni umane. Questa visione riflette una profonda comprensione di che cosa significhi essere un atleta e un uomo, un aspetto che Baresi ha saputo mantenere vivo anche attraverso le sue esperienze personali.
Infine, Franco Baresi ha condiviso i suoi viaggi nella Foresta Amazzonica, descrivendo come queste esperienze lo abbiano profondamente segnato. “Ho visto popoli in un mondo a sé, realtà incredibili,” ha dichiarato, mettendo in luce la bellezza e la vastità del pianeta. Tali esperienze hanno avuto un impatto straordinario sulla sua vita, aiutandolo a mettere in prospettiva le sfide affrontate e a valorizzare le cose semplici.
Baresi ha così evidenziato l’importanza di ampliare i propri orizzonti, trasformando ogni viaggio in un modo per riflettere su sé stessi e sul mondo. Anche se la sua carriera sul campo è stata ricca di successi, queste esperienze lo hanno aiutato a sviluppare una visione più profonda della vita, che va oltre il calcio e le vittorie.