Funghi velenosi in Campania: l’allerta dell’Asl di Avellino e le precauzioni da adottare

La stagione autunnale porta con sé molti doni della natura, tra cui i funghi, ma è anche il periodo in cui cresce il rischio di intossicazione a causa della raccolta di specie velenose. L’Asl di Avellino ha recentemente lanciato un allerta dopo che cinque persone sono state ricoverate in ospedale negli ultimi quindici giorni per intossicazione alimentare causata da funghi. È cruciale informarsi sui pericoli e sulle modalità di corretto riconoscimento di questi organismi prima di avventurarsi nella raccolta.

Cinque intossicati da funghi velenosi in Campania

Negli ultimi giorni, l’Asl di Avellino ha segnalato un aumento preoccupante di casi di intossicazione da funghi commestibili in Campania. Nelle ultime due settimane, il numero di persone che ha dovuto ricorrere alle cure ospedaliere è salito a cinque, un segnale allarmante che richiede la massima attenzione da parte della popolazione. Le specie più frequentemente confuse con i funghi commestibili sono l’Amanita Pantherina e l’Omphalotus Olearius, che possono facilmente ingannare i raccoglitori meno esperti.

Mario Ferrante, dirigente dell’Asl di Avellino, ha evidenziato l’importanza dell’istruzione sulla raccolta dei funghi e la necessità di prestare attenzione a ciò che si raccoglie e consuma. È stato sottolineato che l’Ispettorato Micologico è sempre disponibile per fornire consulenza gratuita sulla commestibilità dei funghi e per intervenire in caso di sospetta intossicazione. Questo strumento si rivela essenziale per garantire che la popolazione possa godere della raccolta autunnale senza rischi per la salute.

Il messaggio dell’Asl è chiaro: è fondamentale prestare attenzione e non raccogliere funghi senza avere le necessarie competenze. La confusione tra specie velenose e commestibili rappresenta un rischio significativo, e la prudenza è l’unica regola da seguire per evitare gravi conseguenze.

Come riconoscere i funghi velenosi

Il riconoscimento dei funghi velenosi è una competenza che richiede un approccio scrupoloso e una certa esperienza. Prima di tutto, è fondamentale consultare un esperto. Le associazioni di micologia e gli enti sanitari locali dispongono di micologi che possono accertare la commestibilità dei funghi. Affidarsi unicamente a app o manuali fotografici non è consigliabile, poiché la somiglianza tra specie può essere ingannevole.

Un altro aspetto cruciale è la conoscenza delle specie pericolose. Funghi come l’Amanita Phalloides, nota anche come “tignosa verdognola”, il Cortinarius e l’Amanita Muscaria, sono tossici e possono facilmente essere scambiati per commestibili. È importante notare che molti funghi letali non presentano alcun segno esterno di tossicità, rendendo quindi necessario l’intervento di esperti.

Inoltre, è fondamentale scartare miti e leggende metropolitane riguardo ai funghi. Ad esempio, è erroneo ritenere che i funghi mangiati da animali siano sicuri per il consumo umano o che colorazioni alterate in cottura possano indicare tossicità. Tali convinzioni possono portare a scelte alimentari potenzialmente letali.

Anche l’habitat in cui crescono i funghi può fornire indizi sulla loro sicurezza. È importante osservare attentamente l’ambiente circostante e conoscere le abitudini di crescita delle diverse specie. Infine, raccogliere funghi in cattive condizioni, come quelli marci o infestati, aumenta il rischio di identificazione errata. Se i funghi presentano segni di deterioramento, è consigliabile non raccoglierli in alcun caso.

L’atteggiamento di cautela è quindi imprescindibile: se sorge il minimo dubbio sull’identificazione, è sempre meglio astenersi dal consumo. La salute non ha prezzo e prevenire è sicuramente meglio che curare.

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