A Marigliano si è consumato un furto che ha scosso non solo gli artisti locali, ma l’intera comunità. Durante il recente evento “Vita sott ‘e pipparelle“, dedicato alla promozione di artisti emergenti, l’opera “Futuro Prossimo” di Angelomario Sepe è stata rubata. Questo episodio, che riporta alla memoria un fatto simile accaduto lo scorso anno, solleva interrogativi sulla sicurezza e sul valore dell’arte nella città, un centro culturale che fatica a preservare le proprie installazioni artistiche.
Nella notte tra domenica e lunedì, Marigliano ha visto il furto di un’opera significativa, parte di una rassegna artistica che celebra i talenti locali. Antonio Porcelli, uno dei promotori dell’evento, ha espresso il suo disappunto e la sua rabbia per quanto accaduto. L’opera di Sepe, “Futuro Prossimo“, rappresentava non solo il lavoro di un artista emergente, ma anche un simbolo della rinascita culturale del territorio. Porcelli ha sottolineato la necessità di una riflessione più profonda sulla situazione attuale della comunità e ha messo in evidenza l’indifferenza verso le iniziative di buon valore artistico.
Questo non è un caso isolato: nell’edizione precedente della rassegna, a essere colpito fu l’amico di Porcelli, Oreste Asa’ Silvestrino, il quale si è trovato a fronteggiare una situazione simile, alimentando un dibattito sulle problematiche di sicurezza che affliggono l’arte in uno dei centri culturali più vivaci della provincia di Napoli. Nonostante le esperienze passate, la questione sembra non trovare una soluzione concreta, cosa che spinge a chiedersi su quanto e come la comunità sia pronta a tutelare il bello.
L’incidente ha scatenato un’ondata di indignazione, ma anche di riflessione sulle responsabilità civiche. Secondo Porcelli, la vera sfida non risiede solamente nelle azioni dei ladri, ma anche nell’atteggiamento della comunità verso l’arte e la cultura. Non è solo la perdita di un’opera a preoccupare, ma la scarsa partecipazione dei cittadini nel difendere e valorizzare il patrimonio culturale. L’arte è un riflesso della società e il furto segnala un problema più grande: come può Marigliano affermarsi come una città d’arte se non è disposta a proteggere ciò che produce?
In un certo senso, la vicenda permette di riconsiderare il ruolo che ciascun individuo ha nei confronti della cultura locale. È fondamentale che il cittadino non rimanga un semplice spettatore, ma un attore attivo pronto a far sentire la propria voce e a difendere ciò che rappresenta il valore estetico e sociale della propria comunità. L’arte deve suscitare un senso di appartenenza che incoraggi a mantenere vive le tradizioni e a lottare per il futuro.
Oreste Silvestrino, anch’egli vittima di un furto artistico nel 2022, ha commentato la situazione indicando la mancanza di una coscienza sociale matura. “I ladri non hanno residenza; sono ladri e basta,” ha affermato, portando l’attenzione sulla necessità di azioni preventive piuttosto che repressive. Le misure di sicurezza quali la videosorveglianza e il filo spinato, secondo Silvestrino, non sono la soluzione, poiché una comunità unita e consapevole è l’unico antidoto efficace contro questo tipo di reati.
Il commento di Silvestrino mette in luce la criticità di una situazione che richiede un cambio di mentalità: per proteggere le proprie ricchezze culturali, Marigliano deve impegnarsi a rendere l’arte accessibile e visibile, dignitosa e rispettata. La speranza è che il ladro decida di restituire l’opera rubata, ma oltre qualsiasi atto di clemenza, è urgente avviare un processo di riflessione collettiva per difendere il patrimonio artistico della città.
La sfida è aperta: Marigliano è pronta a prendere in mano il suo futuro culturale?