Il nuovo film di Gabriele Salvatores, “Napoli New York”, promette di essere un’opera cinematografica ricca di riferimenti culturali e emozioni. In uscita nelle sale il 21 novembre, il regista partenopeo si riferisce a questa pellicola come un tributo alla sua città natale, Napoli, e ai legami familiari che hanno formato la sua carriera artistica. La pellicola mescola tradizione e modernità, e si nutre della profonda eredità del grande drammaturgo Eduardo De Filippo.
Le radici napoletane nel progetto
Salvatores ha voluto ricreare in “Napoli New York” l’atmosfera e la sensibilità del teatro napoletano, ispirandosi nei dialoghi e nelle recitazioni a Eduardo De Filippo. Secondo il regista, i personaggi e le dinamiche familiari nel film richiamano fortemente l’eredità di De Filippo, che ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura partenopea. Le conversazioni con Pierfrancesco Favino, uno degli attori principali, hanno fatto emergere parallelismi tra il suo ruolo e quello di Domenico Soriano in “Filumena Marturano”. La scelta di dare vita a una narrazione fortemente legata a Napoli è un omaggio a una cultura ricca di storia e tradizioni, che il regista ha voluto esplorare in profondità.
Il film inizierà con la catastrofe di un palazzo che crolla, simbolo di una povertà che affligge le strade. I giovani protagonisti, Celestina e Carmine, interpretati rispettivamente da Antonio Guerra e Dea Lanzaro, partono per un’avventura spontanea verso la “Nuova York”, guidati dalla ricerca di libertà e autonomia. Questo inizio drammatico prepara lo spettatore a una riflessione sulla resilienza e sulla capacità di affrontare le difficoltà della vita. Per Salvatores, il legame con Napoli non è solo geografico ma essenziale: ha confessato che i suoi genitori avrebbero apprezzato l’opera e che le sue sorelle sono rimaste colpite dalla visione anticipata del film. La triade di città, famiglia e arte si interseca in questo lavoro, rendendolo particolarmente significativo per il regista.
Un progetto cinematografico con una storia antica
“Napoli New York” è ispirato a una sceneggiatura scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli oltre settant’anni fa. Trovata quasi per caso, questa storia era in cerca di una nuova vita e Salvatores ha colto l’occasione per riportarla sotto le luci della ribalta cinematografica. Sebbene fosse inizialmente concepita con uno stile neorealistico, il regista ha deciso di dare alla pellicola una svolta più favolistica, ristrutturando molte parti, in particolare quelle legate alla dimensione americana.
Questa scelta rispecchia il cambiamento dei tempi; secondo il regista, il sogno americano oggi può avere connotazioni diverse rispetto al passato. L’originale, redatto nel contesto del dopoguerra, trasmetteva un’ideale utopico che non si adatta più alla realtà attuale. Salvatores ha quindi apportato modifiche significative nel tentativo di riflettere la complessità contemporanea. Le sue considerazioni sul set del film rivelano un’intensa collaborazione con i giovani attori, con i quali ha costruito dinamiche evocative e significative per lo sviluppo dei personaggi.
Un messaggio sociale attraverso la narrazione
Nel passaggio verso la scena newyorkese, il film esplode in una varietà di colori e suoni che descrivono un affollato mercato di Little Italy, dove si intrecciano storie di italiani e afroamericani. “Napoli New York” affronta temi di giustizia e uguaglianza attraverso le esperienze di vita dei protagonisti. In particolare, la narrazione include la storia di una donna incarcerata per un crimine d’onore, un argomento che ha acceso il dibattito tra i movimenti femministi.
Il cast, che include attori come Anna Ammirati, Antonio Catania, Tomas Arana, Anna Lucia Pierro e Omar Benson Miller, è stato scelto con cura per aggiungere autenticità e profondità al racconto. Salvatores ha descritto il lavoro con gli attori come un vero e proprio sforzo fisico e creativo, dove ognuno ha contribuito a dare vita a scene significative. In questa produzione, il regista ha voluto sottolineare come l’unione tra arte e realismo sia fondamentale per il piano narrativo. Oltre a voler intrattenere, “Napoli New York” ambisce a stimolare riflessioni sociali e culturali, rendendo i valori e le tradizioni di Napoli accessibili a un pubblico globale. Con “Napoli New York”, Gabriele Salvatores non solo rende omaggio alla sua città, ma invita anche a una profonda riflessione sui legami che uniscono tutte le culture.