L’analisi sul gioco del Napoli da parte di Gennaro Montuori ha sollevato interrogativi sulle scelte tattiche della squadra, in particolare riguardo agli esterni d’attacco. L’ex calciatore ha messo in luce le difficoltà di Kvaratskhelia e Politano nell’esprimere il loro potenziale sul campo. Le sue osservazioni si inseriscono in un contesto di calcio attuale, dove le dinamiche di gioco e le aspettative dei tifosi giocano un ruolo fondamentale.
Nel corso di un’intervista, Gennaro Montuori ha messo in evidenza le sfide che Kvaratskhelia e Politano affrontano nel coprire ampie porzioni di campo. Secondo Montuori, la loro capacità di percorrere 70 metri sulla fascia è limitata e mette a repentaglio la loro efficacia offensiva. Queste considerazioni nascono dalla constatazione che, pur essendosi distinti come esterni d’attacco, l’efficienza degli stessi è messa a dura prova dal ritmo e dalle esigenze del gioco moderno.
Montuori richiama alla memoria le prestazioni di Lorenzo Insigne durante il periodo di Carlo Ancelotti, sostenendo che, sebbene anche lui fosse capace di allargare il gioco, col tempo ha perso incisività sotto porta. Questa osservazione suggerisce che il compito di coprire continuamente grandi distanze possa incidere negativamente sui numeri e sulla creatività dei giocatori. La pressione di dover gestire sia la fase difensiva che quella offensiva non è da sottovalutare, e coloro che ne soffrono, potrebbero ritrovarsi a dover sacrificare la propria vena realizzativa per esigenze tattiche.
Il discorso di Montuori si sofferma anche sull’importanza dei gol, evidenziando che, sebbene Kvaratskhelia e Politano compiano sforzi enormi, ciò non si traduce necessariamente in reti. La differenza con Insigne è evidente: con l’andare del tempo, l’ex capitano azzurro ha trovato sempre meno spazio per esprimere la sua capacità realizzativa, sacrificando una parte del suo gioco per consentire agli altri di muoversi.
Questo porta a interrogarsi sulle strategie offensive del Napoli, che sembrano non sfruttare al meglio il talento degli esterni d’attacco. L’equilibrio tra coprire il campo e creare azioni pericolose è delicato. Montuori invita i tecnici e i dirigenti a riflettere su come ottimizzare l’impiego di queste ali, affinchè possano tornare a essere determinanti nel portare a casa punti.
Un altro punto toccato da Montuori riguarda l’approccio complessivo della squadra e l’importanza di un gioco fluido. Non basta avere giocatori di talento se questi ultimi non riescono a sincronizzarsi nelle loro movenze. L’allenatore deve saper trovare un compromesso fra l’inserimento degli esterni e le necessità della squadra. Questo implica anche una gestione meticolosa degli spazi e dei tempi di gioco, che al momento sembrano disallineati.
Montuori conclude la sua analisi ponendo l’attenzione su quanto sia cruciale lavorare non solo su singoli giocatori, ma su un piano di gioco collettivo. Le scelte da fare devono garantire non solo la copertura del campo, ma soprattutto la serenità e la motivazione degli attaccanti nel cimentarsi nella fase offensiva. Così facendo, il Napoli potrebbe riscoprire la sua capacità di segnare e attrarre nuovamente i tifosi, portando la squadra verso traguardi ambiziosi.