La situazione del consorzio Gesco, leader tra le cooperative sociali della Campania, si fa sempre più critica con la risoluzione del contratto da parte dell’ASL Napoli 1. Questo provvedimento rischia di lasciare centinaia di lavoratori senza occupazione e di compromettere i servizi essenziali per la salute mentale e il supporto ai disabili. Un’analisi della situazione rivela le implicazioni che la decisione dell’ASL potrebbe avere per il futuro dei servizi sociali nella regione.
Il fulcro della problematica risiede nella decisione dell’ASL Napoli 1 di rescindere anticipatamente il contratto con Gesco, che doveva rimanere in vigore fino alla fine del 2025. Giacomo Smarrazzo, presidente del consorzio, sottolinea come questa scelta improvvisa colpisca non soltanto l’organizzazione, ma anche i lavoratori, impiegati da decenni in vari progetti sociali. Gli operatori gestiscono strutture di salute mentale e offrono supporto a persone con disabilità e a chi soffre di dipendenze. La risoluzione del contratto, avvenuta 15 mesi prima della scadenza, evidenzia l’assenza di un piano di transizione o di riqualificazione che avrebbe potuto mitigare i rischi occupazionali.
L’interruzione del contratto non è solo un colpo per Gesco, ma anche un potenziale disastro per i dipendenti. Sergio D’Angelo, fondatore di Gesco e attuale consigliere comunale di Napoli, fa notare che molti dei lavoratori coinvolti hanno dedicato la loro vita professionale a questa causa, con esperienze lavorative che vanno dai 20 ai 30 anni. La chiusura immediata comporterebbe per il consorzio l’obbligo di liquidare il TFR di circa 300 operatori, una spesa che rischia di minare la stessa esistenza dell’organizzazione. Questa situazione potrebbe portare a conseguenze devastanti non solo per i lavoratori, ma anche per le loro famiglie, che dipendono fortemente da questi stipendi.
Oggi, durante una conferenza stampa, una parte consistente dei lavoratori di Gesco ha potuto esprimere il proprio dissenso e illustrare le problematiche che la chiusura del consorzio comporterebbe. Vincenzo Cuomo, cooperante sociale, ha descritto l’impatto emotivo della situazione, affermando che chi ha contribuito a chiudere strutture manicomiali come il Frullone e il Leonardo Bianchi ora si trova in una posizione precaria. La scelta dell’ASL di rescindere il contratto è vista come una minaccia diretta al livello di assistenza fornito, in quanto nuove assunzioni potrebbero non essere in grado di coprire le lacune lasciate dai lavoratori esperti di Gesco.
Nel corso dell’incontro, Gesco ha ufficialmente dichiarato lo stato di crisi e ha lanciato un appello alla cittadinanza. “Non ci fermeremo, non ci rassegneremo”, ha affermato Smarrazzo, ribadendo l’intenzione del consorzio di continuare a combattere per la salvaguardia dei posti di lavoro e per la continuità dei servizi socio-assistenziali. Questo grido d’allerta non è solo per i lavoratori, ma per l’intera comunità, poiché i risultati di questa situazione potrebbero riflettersi negativamente sull’assistenza a coloro che più ne hanno bisogno.
La problematica che coinvolge il consorzio Gesco è un chiaro segnale di crisi nel sistema dei servizi sociali della Campania, evidenziando la necessità di una revisione delle politiche pubbliche e di un sostegno adeguato per le cooperative sociali.