Giacomo Raspadori, attaccante del SSC Napoli e della Nazionale italiana, ha recentemente rilasciato un’intervista esclusiva a Vivo Azzurro TV, in cui ha approfondito la sua carriera sportiva e il legame con la sua famiglia. La narrazione di Raspadori abbraccia non solo momenti significativi della sua carriera calcistica, come la sua convocazione a Euro 2020, ma anche la sua vita personale e le aspirazioni future sia nel calcio che nell’istruzione.
Raspadori ha descritto il suo stato d’animo al momento della convocazione per Euro 2020, una notizia che è arrivata mentre era in famiglia durante una cena. L’emozione è stata palpabile e ha spiegato come, nonostante fosse relativamente nuovo nel panorama della Serie A, non ha realizzato subito l’importanza di quel momento. La sua partecipazione a un torneo di così alto livello ha segnato un punto culminante nella sua carriera, culminato nella vittoria dell’Europeo, un’esperienza che Raspadori definisce indimenticabile.
Il giovane attaccante ha invece sottolineato quanto sia stata incredibile l’esperienza di far parte di una competizione di tale rilievo, definendola una “fortuna”. La Nazionale, capace di unire tutti gli italiani, ha rappresentato non solo un successo sportivo ma anche un simbolo di grande unità, un valore a cui Raspadori attribuisce grande significato. Questo ricordo rappresenta per lui un faro luminoso nella sua carriera da calciatore.
Sin dalla giovane età, Raspadori si è trovato immerso nel mondo del calcio, spinto dall’amore e dalla passione trasmessi da suo padre e suo fratello maggiore. La sua storia inizia praticamente all’età di un anno e mezzo, quando la palla è diventata il protagonista indiscusso delle sue giornate. La determinazione e il sostegno della sua famiglia sono stati essenziali, tanto che la madre e il nonno si alternavano nel portarlo agli allenamenti a Sassuolo, nonostante le difficoltà logistiche.
La carriera di Giacomo ha preso piede, soprattutto grazie ai tornei giovanili. In particolare, il suo percorso insieme al fratello ha attirato l’attenzione degli scout del Sassuolo, che hanno riconosciuto il potenziale dei due giovani talenti. L’influenza di suo fratello è stata determinante, non soltanto come esempio sportivo, ma anche come fonte di motivazione. Raspadori ha spesso cercato di emularlo, interpretando il suo avanzare nel calcio come un’opportunità per realizzare il sogno condiviso di entrambi.
Raspadori ha spiegato che la sua famiglia non lo ha mai costretto a proseguire gli studi, ma ha compreso l’importanza di avere una formazione accademica come piano di riserva. Attualmente sta studiando Scienze Motorie e si definisce a metà del percorso, desideroso di riprendere il ritmo degli studi dopo aver accolto la nascita della sua prima figlia.
Questo aspetto della sua vita mette in evidenza come per Raspadori sia fondamentale pensare al futuro, oltre alla carriera calcistica, che per sua natura è limitata nel tempo. La consapevolezza di dover costruire un futuro solido lo spinge a valorizzare l’istruzione, un elemento che considera cruciale per il suo sviluppo personale e professionale.
Quando si parla dei suoi gol in Nazionale, Raspadori condivide ricordi intensi, in particolare quello contro l’Inghilterra a San Siro, dove ha potuto dedicare il gol ai suoi genitori presenti in tribuna. Questo gesto rappresenta non solo un trionfo personale, ma anche una celebrazione della sua famiglia, che lo ha sempre supportato. Un altro gol che rimane impresso nella sua memoria è quello realizzato contro la Lituania, avvenuto proprio nello stadio della sua ex squadra, il Sassuolo, rendendo il momento ancora più speciale.
Questi episodi rimandano a un profondo senso di gratitudine nei confronti della sua famiglia e del pubblico, che contribuiscono a rendere la carriera di Raspadori ancora più significativa. Ogni rete, ogni partita, si trasformano in esperienze condivise, non solo con i compagni di squadra, ma anche con i propri affetti più cari.
Un altro tema centrale nell’intervista è il rapporto avuto con l’allenatore Luciano Spalletti. Raspadori descrive il proprio allenatore come fondamentale nella sua crescita, sottolineando che Spalletti ha sempre riposto fiducia in lui, anche in periodi in cui il giocatore non era titolare. Questo supporto non è una cosa da poco, considerando la competitività nel mondo del calcio e l’ammontare di talenti disponibili.
La stima dimostrata dal mister si traduce in una costante convocazione alle selezioni, permettendogli di affinare le sue abilità e di continuare a migliorare. Raspadori riconosce quanto sia importante avere un allenatore che crede nei propri giocatori, e sa di dover lavorare duro per ripagare questa fiducia. La buona intesa con Spalletti è evidente e rappresenta una base solida per il suo futuro nel calcio.
A soli 24 anni, Raspadori non si percepisce più come un giovane calciatore, bensì come un professionista ambizioso con obiettivi chiari. Esprime la volontà di completare la sua maturazione calcistica, cercando maggiore spazio e continuità in campo. Sente di avere ancora molto da esprimere e di voler sfruttare ogni opportunità per dimostrare il suo valore.
Le sue dichiarazioni evidenziano un forte senso di responsabilità verso la propria carriera e la determinazione a migliorarsi continuamente. È convinto delle proprie capacità e ha in mente una chiara visione di come desidera proseguire il suo percorso nel mondo del calcio. Con un forte desiderio di crescita, Raspadori guarda al futuro con ottimismo e determinazione.