Giancarlo Abete lancia il progetto per le seconde squadre nel calcio dilettantistico

L’implementazione delle seconde squadre nel calcio dilettantistico e le iniziative per la salute mentale sono al centro dell’attenzione del presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete. Rieletto recentemente per un nuovo mandato, Abete ha discusso di innovazioni in ambito sportivo e della responsabilità sociale del calcio in un’intervista con ‘Cronache di spogliatoio’.

Seconda squadra e continuità sportiva

Il presidente Abete ha sottolineato l’importanza della continuità sportiva nelle categorie inferiori del calcio italiano. Ha espresso la disponibilità a introdurre le seconde squadre non solo in Serie C, ma anche nei campionati di categoria D e tra i dilettanti. Secondo Abete, la creazione di un sistema che preveda promozioni e retrocessioni è fondamentale per garantire un regolare sviluppo del calcio a livello dilettantistico. Ha citato come esempio la Spagna, dove questa pratica è già in vigore.

Abete ha dichiarato: “Crediamo che debba esserci continuità sportiva nel bene e nel male. Se i risultati non arrivano, è giusto che sia contemplata la retrocessione dalla C.” L’obiettivo di questa proposta è mantenere un livello competitivo e consentire una migliore integrazione tra le diverse categorie del calcio, migliorando così la formazione dei giovani calciatori e la loro preparazione per eventuali esperienze nei settori professionistici.

Questa apertura verso le seconde squadre rappresenta una grande opportunità per i giovani talenti, che possono così avere un ambiente più fertile per sviluppare le proprie capacità. In questo modo, si intende non solo ampliare le possibilità di gioco, ma anche contribuire a una maggiore professionalizzazione del settore dilettantistico.

Il calcio e la salute mentale

Un tema cruciale affrontato da Giancarlo Abete è quello della salute mentale nel contesto sportivo. In coincidenza con la Giornata della Salute Mentale, ha evidenziato quanto sia fondamentale prendersi cura del benessere psicologico degli sportivi. “La nostra responsabilità non è soltanto quella di organizzare i campionati e assicurarne il regolare svolgimento – ha dichiarato Abete – ma interpretiamo il calcio nella sua dimensione più ampia,” anticipando l’importanza di comportamenti inclusivi e di sostegno.

Per affrontare questa problematica, la Lega Nazionale Dilettanti ha avviato un progetto dedicato al supporto psicologico degli atleti. “Siamo il punto di riferimento per una grande fetta di coloro che giocano e amano il calcio,” ha aggiunto, rimarcando il ruolo cruciale della Lega nell’offrire aiuto e risorse a chi ne ha bisogno.

Abete ha esposto come il calcio possa fungere da strumento per trasformare momenti negativi in esperienze positive. Sottolineando il legame tra sport e benessere psicologico, ha dichiarato: “Un supporto e una sana attività fisica possono aiutarti a trasformarli in positivi.” La sfida, secondo Abete, è bilanciare le esigenze del corpo e della mente per garantire un ambiente sportivo inclusivo e salutare.

L’impatto sociale del calcio

In conclusione, Abete ha insistito sull’importanza del calcio come fattore di coesione sociale. La Lega Nazionale Dilettanti si propone di garantire la sicurezza, l’agonismo e il lato sociale dello sport, riconoscendo il potere che il calcio ha nel salvare vite e allontanare i giovani da situazioni problematiche. Questa visione contemporanea del calcio come mezzo di aggregazione e supporto sociale rappresenta una testimonianza dell’impegno della Lega nel valorizzare il talento giovanile e assicurare un accesso all’attività sportiva per tutti.

Con queste iniziative, il presidente Abete non solo punta ad arricchire il panorama calcistico italiano, ma anche a far sì che il calcio possa diventare una vera e propria risorsa per il benessere della comunità.

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Valerio Bottini