La figura di Giovanni Malagò, presidente del Coni, continua ad accogliere un consenso significativo nel panorama sportivo italiano. Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, ha espresso il proprio sostegno durante un’intervista a Radio Anch’io Sport, evidenziando l’importanza di mantenere al timone del Comitato Nazionale Olimpico un leader che ha dimostrato di portare risultati tangibili in ambito sportivo. Questo sostegno arriva in un momento cruciale, poiché il Coni e il Comitato Italiano Paralimpico si preparano ad affrontare le elezioni simultaneamente il prossimo 26 giugno.
Nel corso della sua intervista, Petrucci ha sottolineato l’efficacia del lavoro svolto da Malagò, che ha guidato il Coni verso traguardi significativi nell’ambito degli sport internazionali. “Lo stimo, è un gran lavoratore che ha portato lo sport italiano a risultati eccezionali,” afferma Petrucci, rimarcando che l’Italia ha costantemente ottenuto posizioni di rilievo nei contesti olimpici, collocandosi tra i primi 8-10 paesi al mondo. Questa considerazione si traduce non solo in un orgoglio nazionale, ma anche in un approccio favorevole nei confronti di una futura continuità alla guida del Coni.
Petrucci, infatti, non si limita a elogiare Malagò per le sue capacità organizzative, ma sottolinea anche l’aspetto emotivo legato alla sua leadership e al suo potere di ispirare gli atleti e le federazioni. L’ottenimento di queste medaglie e il consolidamento della reputazione sportiva italiana sono frutto non solo di investimenti economici, ma anche di una visione strategica che Malagò ha saputo esprimere in questi anni.
Oltre ai lusinghieri commenti sul lavoro di Malagò, Petrucci ha sollevato una questione interessante riguardo al numero di mandati consentiti per il Coni e il Cip. “Mi chiedo: perché il Cip, egregiamente presieduto da Pancalli, può avere quattro mandati e il Coni solo tre? Nessuno sa rispondere a questa domanda,” ha rimarcato, creando un dibattito che non può essere sottovalutato. Questo interrogativo mette in luce una possibile discrepanza nel trattamento riservato alle due entità e apre la discussione sulla meritocrazia e sull’importanza di una certa continuità in ruoli di responsabilità anche nei contesti sportivi.
La questione sta guadagnando attenzioni, visto che i cambiamenti nella governance sportiva possono influenzare in modo significativo il supporto alle federazioni e la gestione di eventi di rilevanza globale. Petrucci non è solo un commentatore, ma si propone come un osservatore attento dei meccanismi che regolano il soggetto sportivo a livello nazionale.
Petrucci ha rivelato una certa dose di amicizia e rispetto per Malagò, considerandolo un leader capace di affrontare le sfide che il Coni deve affrontare nei prossimi anni. “Dovrei essere anche geloso, perché Malagò raggiungerebbe i miei 14 anni di presidenza,” ha detto in un tono giocoso, ma il messaggio rimane chiaro: la competenza nel settore è primordiale. Nella sua valutazione, la figura di Malagò emerge come quella di un punto di riferimento, sia per gli atleti sia per le federazioni, che giocano un ruolo cruciale nel panorama sportivo italiano.
Con le elezioni in vista, Petrucci spera in un esito favorevole per Malagò, evidenziando che la continuità nella leadership può portare ulteriori successi per il movimento sportivo italiano. La scelta di confermare un presidente che ha provato le sue capacità sul campo rappresenta non solo un’opzione strategica, ma una necessità per non perdere il terreno guadagnato negli anni. Malagò, dunque, si sta preparando per la competizione che lo attende, con la consapevolezza del sostegno di molti leader nel panorama sportivo del paese.