Il Giffoni Film Festival, noto appuntamento cinematografico per ragazzi che si svolge a Giffoni Valle Piana, è al centro di un’inchiesta della Corte dei Conti che ha portato alla luce presunti danni erariali risalenti ai periodi dal 2016 al 2022. Il caso coinvolge figure rilevanti della manifestazione, tra cui il fondatore Claudio Gubitosi e altri membri del direttivo. Le accuse riguardano il presunto utilizzo non conforme di finanziamenti pubblici e irregolarità nelle procedure di movimentazione degli ospiti e dei giurati, generando un allerta su come vengono gestiti i fondi pubblici destinati a questa prestigiosa manifestazione.
La Corte dei Conti ha avviato un’inchiesta su alcune pratiche di spesa legate al Giffoni Film Festival, dopo una denuncia anonima datata 10 giugno 2019. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, hanno rivelato un danno erariale stimato in quasi 470 mila euro. Tra i principali destinatari degli avvisi di deduzione figura Claudio Gubitosi, presidente del festival, insieme ad altre figure dirigenziali, tra cui Pietro Rinaldi, presidente pro tempore, e i dipendenti Vincenzo Barletta e Maria Pia Montuori. Il focus dell’indagine è su come sono stati gestiti i finanziamenti pubblici, in particolare quelli provenienti dall’Unione Europea e dalla Regione Campania, per il trasporto di ospiti e giurati durante le edizioni del festival negli anni citati.
Secondo le verifiche della Guardia di Finanza, il servizio di movimentazione non sarebbe stato svolto in conformità agli accordi stipulati. Infatti, le certificazioni di regolare esecuzione presentate dall’ente sarebbero state non conformi, evidenziando l’inadeguatezza della ditta affidataria alla gestione del servizio. Dagli accertamenti è emerso che, in diverse edizioni, il lavoro di trasporto sarebbe stato eseguito con autovetture fornite gratuitamente da sponsor, piuttosto che dalla ditta che aveva vinto l’appalto, la quale in realtà avrebbe dovuto metterle a disposizione, insieme al personale necessario per garantire un servizio efficiente.
Il punto di partenza dell’indagine è stata una denuncia anonima che ha attirato l’attenzione della magistratura. La denuncia evidenziava non solo presunti conflitti di interesse associati alla famiglia del fondatore Gubitosi, ma anche possibili abusi nell’utilizzo di fondi pubblici. Gli atti allegati alla denuncia indicavano infatti pratiche irregolari nella gestione delle finanze e nell’esecuzione dei contratti di servizi, sollevando dubbi sull’effettiva trasparenza della gestione economica del festival.
Le indagini hanno verificato che le spese per il trasporto erano state effettuate attraverso contratti con una società che, secondo quanto accertato, non aveva i mezzi o il personale sufficienti per eseguire il servizio come richiesto. In molti casi, il trasporto non è stato garantito da mezzi della ditta, bensì da veicoli appartenenti a soggetti terzi, creando ulteriori problematiche legate alla tracciabilità delle spese e all’efficienza del servizio di movimentazione.
Ora che gli avvisi di deduzione sono stati notificati, i presunti responsabili hanno l’opportunità di consultare la documentazione e presentare le proprie contestazioni. Saranno in grado di depositare le loro deduzioni e ulteriori prove a sostegno della loro posizione. Questo processo si svolgerà davanti all’Autorità Giudiziaria Contabile, che valuterà le evidenze e determinerà se vi sono stati realmente danni erariali.
L’inchiesta sul Giffoni Film Festival rappresenta un’importante opportunità per riflettere sull’uso e la gestione dei fondi pubblici in eventi culturali di grande richiamo. La situazione evidenzia la necessità di garantire maggiore trasparenza e controllo nella gestione delle risorse destinate a manifestazioni che, pur avendo un indubbio valore sociale e culturale, devono operare nel pieno rispetto delle normative vigenti e nell’interesse della comunità. Le prossime fasi porteranno a un chiarimento della situazione e a eventuali responsabilità per coloro che, secondo l’indagine, non hanno gestito i fondi in modo appropriato.