Gino Sorbillo critica Briatore: “La vera pizza napoletana è un’altra cosa”

Nel corso della trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello” su Radio Crc, Gino Sorbillo ha risposto alle recenti dichiarazioni di Flavio Briatore riguardo alla sua nuova pizzeria “Crazy Pizza” a Napoli. L’intervento del noto pizzaiolo napoletano offre un’interessante riflessione sulla tradizione della pizza nella città partenopea e sulla crescente differenziazione nel panorama gastronomico italiano.

Le parole di Gino Sorbillo sulla pizza di Briatore

Sorbillo ha manifestato il suo dissenso nei confronti delle affermazioni di Briatore, sottolineando che il suo approccio alla pizza differisce significativamente dagli standard della pizza napoletana. “La pizza di Briatore è più sottile della nostra,” ha affermato Sorbillo, chiarendo che l’utilizzo dello schiacciapizza, uno strumento elettrico, altera la consistenza e la tradizionalità dell’impasto napoletano. Infatti, la pizza napoletana è caratterizzata da una base morbida e calda, facile da manipolare e godere.

Le differenze tra le pizze

Sorbillo ha voluto mettere in evidenza come le pizze preparate con impasti a base d’acqua stiano cambiando la percezione della pizza tradizionale. La variante di Briatore ha più un aspetto croccante, simile a quella che lui definisce “scrocchiarella,” una proposta gastronomica che, sebbene possa destare interesse, è distante dalla storicità e dalla tradizione culinaria napoletana. Il pizzaiolo ha spiegato che la sua esperienza professionale e la crescita dei suoi punti vendita in città e all’estero sono testimonianze tangibili del forte legame tra la pizza e la cultura partenopea.

Il valore economico e culturale della pizza

Parlando dei prezzi, Sorbillo ha confrontato il costo di una margherita nella sua pizzeria, che si attesta intorno ai 6,50 euro, con il prezzo proposto da Briatore di 17 euro. Secondo Sorbillo, questo differenziale non è solo una questione di bilancio, ma rappresenta anche un uso strategico della fama di Briatore per attrarre clientela. Inoltre, la presenza di otto locali di Sorbillo a Milano rispetto a uno di Briatore solleva interrogativi sull’effettivo successo del suo business.

La tradizione napoletana e l’identità gastronomica

Un tema ricorrente nel discorso di Sorbillo è l’importanza della tutela della pizza come patrimonio culturale. Ha sottolineato che le associazioni di pizzaioli stanno svolgendo un ottimo lavoro nella valorizzazione di quei locali e professionisti che rispettano il disciplinare della pizza napoletana. Il tentativo di definire e proteggere la vera pizza in un mercato in continua evoluzione è cruciale, poiché il termine “pizza” è ormai entrato nel linguaggio comune, spesso senza riconoscere le radici storiche.

L’evoluzione del concetto di pizza gourmet

Sorbillo ha anche toccato il tema della pizza gourmet, affermando che clienti e pizzaioli hanno cominciato a esplorare nuove possibilità al di là del menu tradizionale. La domanda di pizze creative e diverse non è mai stata così elevata, evidenziando una tendenza che ha “sfuggito di mano” al concetto originale di pizza. Infine, ha accennato al noto presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, il quale, secondo Sorbillo, preferirebbe la pizza romana. Questa osservazione mette in evidenza ancora una volta la differenza di vedute all’interno della cultura gastronomica italiana.

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Redazione